28 Gennaio 2019 – Lunedì, III del Tempo Ordinario – San Tommaso d’Aquino (Memoria) – (Eb 9,15.24-28; Sal 97[98]; Mc 3,22-30) – I Lettura: “Cristo, attraverso la sua morte personale, compie una purificazione dei peccati, a cui non occorre aggiungere nulla, né è necessaria una ripetizione dell’offerta; ma non è ancora tutto: Egli compirà un ultimo passaggio, oggetto della speranza cristiana, che è la sua venuta nella gloria. Cristo è entrato nel santuario celeste, ma non per rimanervi in eterno, perché il santuario celeste è il luogo dell’interces-sione, che riveste il suo ruolo, finché dura la storia. Ma alla fine del mondo, alla fine della storia, Cristo uscirà da esso, ritornando sulla terra, ma questa volta senza relazione col peccato, ormai definitivamente vinto” (E. Cuffaro). Vangelo: Non potendo nascondere la grandezza dell’opera compiuta da Gesù attraverso i miracoli e gli esorcismi, i suoi avversari ricorrono ad una menzogna: il suo potere gli è conferito dal capo dei demòni per cui questi gli devono obbedire. Gesù, prima di tutto, smentisce questa affermazione: Satana non può distruggere il suo stesso operato. Subito dopo dichiara che tutti i peccati sono perdonabili, anche i più gravi, l’unico a non poter essere perdonato è il non riconoscere l’opera dello Spirito Santo nelle sue opere.
Satana è finito – Dal Vangelo secondo Marco: In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
Riflessione: «Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi». La divisione è la vittoria di Satana: egli è colui che ci divide, anzitutto da Dio e poi tra di noi con le armi della gelosia e dell’invidia. Ecco cosa dice in proposito papa Francesco, in una sua omelia: “La gelosia e l’invidia sono le porte attraverso cui il diavolo è entrato nel mondo. La gelosia e l’invidia aprono le porte a tutte le cose cattive, finendo col provocare lacerazioni tra gli stessi credenti. Alcuni dei membri soffrono di gelosia e di invidia e le comunità cristiane finiscono divise. Queste divisioni sono un veleno forte! Quando nel cuore di una persona si hanno questa gelosia, questa invidia, due sono le principali conseguenze. La prima è l’amarezza: la persona invidiosa e gelosa è una persona amara, non sa cantare, non sa lodare, non sa cosa sia la gioia; guarda sempre a quello che hanno gli altri. E purtroppo questa amarezza si diffonde in tutta la comunità, perché quanti cadono vittima di questo veleno diventano seminatori di amarezza. La seconda conseguenza è rappresentata dalle chiacchiere. C’è chi non sopporta che un altro abbia qualcosa e allora la soluzione è abbassare l’altro, perché io sia un po’ alto. E lo strumento sono le chiacchiere: cerca sempre e vedrai che dietro una chiacchiera c’è la gelosia e c’è l’invidia. Dunque le chiacchiere dividono la comunità, distruggono la comunità: sono le armi del diavolo. Quante belle comunità cristiane abbiamo visto che andavano bene, ma poi in qualcuno dei loro membri è entrato il verme della gelosia e dell’invidia, ed è venuta la tristezza, i loro cuori si sono risentiti”.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni – CCC 547-548: Gesù accompagna le sue parole con numerosi «miracoli, prodigi e segni» (At 2,22), i quali manifestano che in lui il Regno è presente. Attestano che Gesù è il Messia annunziato. I segni compiuti da Gesù testimoniano che il Padre lo ha mandato. Essi sollecitano a credere in lui. A coloro che gli si rivolgono con fede egli concede ciò che domandano. Allora i miracoli rendono più salda la fede in colui che compie le opere del Padre suo: testimoniano che egli è il Figlio di Dio. Ma possono anche essere motivo di scandalo. Non mirano a soddisfare la curiosità e i desideri di qualcosa di magico. Nonostante i suoi miracoli tanto evidenti, Gesù è rifiutato da alcuni; lo si accusa perfino di agire per mezzo dei demòni.
Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito – CCC 394-395: La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama «omicida fin dal principio» (Gv 8,44), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre. «Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo» (Gv 3,8). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l’uomo a disobbedire a Dio. La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l’edificazione del regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni – di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica – per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina provvidenza, la quale guida la storia dell’uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell’attività diabolica è un grande mistero, ma «noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28).
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: «Ogni peccato ed ogni bestemmia sarà perdonata agli uomini, dice Gesù Cristo in S. Matteo, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà rimessa. Chiunque sparlerà del Figlio dell’uomo otterrà perdono; ma chi avrà sparlato dello Spirito Santo non ne avrà remissione, né in questo secolo, né nel futuro» (Mt 12,31-32). Qual è questo peccato che non sarà rimesso né nel tempo, né nell’eternità? Parecchi dottori intendono l’eresia d’Eunomio, la quale negava che lo Spirito Santo fosse Dio. S. Ilario stima che il peccato contro lo Spirito Santo consista nella negazione della divinità di Gesù Cristo. S. Ambrogio lo classifica tra lo scisma e la simonia; perché Simone volle comprare col denaro il potere di fare miracoli concesso dallo Spirito Santo agli Apostoli. Papa Gelasio considera come colpevoli di questo peccato coloro che, colpiti d’anatema, ossia scomunicati, restano e vogliono restare peccatori, e che per conseguenza non sono assolti né quaggiù né nell’altra vita. S. Cipriano vede questo peccato nella negazione della fede in tempo di persecuzione. Riccardo da S. Vittore lo colloca tra l’odio ed il disprezzo formale di Dio. Finalmente S. Tommaso scrive che ogni peccato di malizia è contro lo Spirito Santo. I teologi contano sei delitti contro lo Spirito Santo: 1° presumere di salvarsi senza merito; 2° abbandonarsi alla disperazione; 3° combattere la verità conosciuta; 4° rompere per gelosia la carità fraterna; 5° ostinarsi nella via del male; 6° rimanere nell’impenitenza. Questi peccati sono infatti direttamente e maliziosamente contro la bontà di Dio, che è attribuita allo Spirito Santo. Nel testo sopra citato, Gesù Cristo non parla di ogni peccato contro lo Spirito Santo, ma solamente della bestemmia contro questa persona dell’adorabile Trinità; bestemmia che consiste nel calunniare le opere evidentemente divine e miracolose, pie e sante, che Dio opera per la salvezza degli uomini e per mezzo delle quali conferma la loro fede, e appoggia la verità della sua parola; quali sono, cacciare i demòni, e simili; queste tali opere che vengono dalla bontà e dalla santità di Dio, sono di speciale appartenenza dello Spirito Santo. Questa è la spiegazione che ne dànno i Santi Atanasio, Ambrogio, Gerolamo, Giovanni Crisostomo. Il peccato contro lo Spirito Santo non sarà rimesso; cioè difficilmente e raramente sarà perdonato. Ma Dio che è la volontà e la potenza per natura, può rimettere e infatti rimette ogni sorta di peccato a chi sinceramente se ne pente… Questo peccato non sarà perdonato nel secolo futuro; perché chiunque muore in stato di colpa grave va all’inferno e non ha più speranza di uscirne” (Cornelio A Lapide).
Il perdono a chi bestemmia contro lo Spirito Santo: “Coloro che bestemmiano contro lo Spirito Santo o contro la divinità di Cristo dicendo: ‘Caccia i demòni nel nome di Beelzebul, principe dei demòni’, certo non potranno ottener perdono né in questo né nell’altro mondo. Bisogna tener conto che Cristo non disse che uno che ‘bestemmia e poi si pente’ non può essere perdonato, ma uno che bestemmia e persevera nella bestemmia; poiché una adeguata penitenza lava tutti i peccati” (Atanasio).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Rifiutare Cristo, e quindi la salvezza, è in definitiva il peccato che non sarà perdonato in eterno. I farisei avanzando malignamente l’ipotesi che Gesù è posseduto da uno spirito impuro danno a vedere di non aver capito bene la lezione, e così, passando dalla teoria alla pratica, si dichiarano rei di colpa eterna. In Gesù non vi è gusto alcuno di mandare all’inferno chi si oppone al suo insegnamento, ma essendosi rivelato Via Vita e Verità chi lo rifiuta smarrisce la Via e precipita nel disordine, sopra tutto etico; perde la vera Vita, la vita eterna, facendosi in questo modo discepolo di mille vane verità: in sostanza si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili (Rm1,21-23). Chi rifiuta Gesù ha già fissato il suo destino eterno.
Santo del giorno: 28 Gennaio – San Tommaso d’Aquino, Sacerdote e dottore della Chiesa: “Domenicano (1244), formatosi nel monastero di Montecassino e nelle grandi scuole del tempo, e divenuto maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli, impresse al suo insegnamento un orientamento originale e sapientemente innovatore. Affidò a molti scritti impegnati e specialmente alla celebre ‘Summa’ la sistemazione geniale della dottrina filosofica e teologica raccolta dalla tradizione. Ha esercitato un influsso determinante sull’indirizzo del pensiero filosofico e della ricerca teologica nelle scuole dei secoli seguenti” (Messale Romano).
Preghiamo: O Dio, che in san Tommaso d’Aquino hai dato alla tua Chiesa un modello sublime di santità e di dottrina, donaci la luce per comprendere i suoi insegnamenti e la forza per imitare i suoi esempi. Per il nostro Signore Gesù Cristo…