16 Gennaio 2019 – Mercoledì, I del Tempo Ordinario – (Eb 2,14-18; Sal 104[105]; Mc 1,29-39) – I Lettura: La storia cristiana scorre tra due poli, tra il già e il non ancora. Gesù è già entrato nella gloria, e a lui tutto è stato sottomesso. Ma al tempo presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. È un invito alla pazienza, ad essere forti nel tempo della prova e della persecuzione, è il Redentore a guidare la Chiesa, è lui il capo che guida alla salvezza, e la sua guida è sicura, salda, veritiera. La Chiesa come il suo Capo sarà coronata di gloria e di onore passando attraverso il crogiuolo della sofferenza. Vangelo: Il brano marciano sembra subito suggerire al lettore dove spostare la sua attenzione: Gesù è «apparso per distruggere le opere del diavolo» (Gv 3,8). Ma mette anche in evidenza come Egli ami insegnare. Nel ministero di Gesù, i miracoli hanno la funzione di illustrare, di mostrare e di autenticare il senso, l’efficacia e la veridicità della sua predicazione. In altre parole: Gesù è il profeta, l’unico e il vero, suscitato da Dio per condurre a salvezza il suo popolo. Da qui l’autorità con la quale il Cristo insegnava, suscitando ammirazione e stupore in chi lo ascoltava senza pregiudizi.
Gesù guarì molti che erano affetti da varie malattie – Dal Vangelo secondo Marco: In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andia-mocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Riflessione: «Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni». Da subito i Vangeli evidenziano le caratteristiche dell’apostolato di Gesù: la predicazione, le guarigioni, gli esorcismi. Con la predicazione, per mezzo di parabole e insegnando con autorità, apre la mente degli uomini ai misteri di Dio, rivelando il volto e il cuore del Padre, i suoi salvifici progetti, l’ardente desiderio di comunione con ciascuno di noi; con le guarigioni, realizza le profezie e consacra la restaurata immagine dell’uomo rigenerato e redento con la sua libera offerta al Padre; con gli esorcismi, esercitando l’autorità sui demòni, manifesta che è giunto a noi il regno di Dio (cfr. Mt 12,28) e si rivela come il Signore dinanzi al cui Nome ogni ginocchio si piega, in cielo, sulla terra e sotto terra (cfr. Fil 2,10). In questa triplice azione Gesù manifesta la sua opera salvifica che avrà pieno compimento sulla Croce quando la sua predicazione si fa esempio, la sua morte guarisce ogni nostra malattia e il suo Sangue ci libera dal potere degli spiriti infernali dandoci vita.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati – Benedetto XVI (Angelus, 8 Febbraio 2009): Nonostante che la malattia faccia parte dell’esperienza umana, ad essa non riusciamo ad abituarci, non solo perché a volte diventa veramente pesante e grave, ma essenzialmente perché siamo fatti per la vita, per la vita completa. Giustamente il nostro “istinto interiore” ci fa pensare a Dio come pienezza di vita, anzi come Vita eterna e perfetta. Quando siamo provati dal male e le nostre preghiere sembrano risultare vane, sorge allora in noi il dubbio ed angosciati ci domandiamo: qual è la volontà di Dio? È proprio a questo interrogativo che troviamo risposta nel Vangelo. Ad esempio, nel brano odierno leggiamo che “Gesù guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni” (Mc 1,34); in un altro passo di san Matteo, si dice che “Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (Mt 4,23). Gesù non lascia dubbi: Dio – del quale Lui stesso ci ha rivelato il volto – è il Dio della vita, che ci libera da ogni male. I segni di questa sua potenza d’amore sono le guarigioni che compie: dimostra così che il Regno di Dio è vicino, restituendo uomini e donne alla loro piena integrità di spirito e di corpo. Dico che questa guarigioni sono segni: non si risolvono in se stesse, ma guidano verso il messaggio di Cristo, ci guidano verso Dio e ci fanno capire che la vera e più profonda malattia dell’uomo è l’assenza di Dio, della fonte della verità e dell’amore. E solo la riconciliazione con Dio può donarci la vera guarigione, la vera vita, perché una vita senza amore e senza verità non sarebbe vita. Il Regno di Dio è proprio la presenza della verità e dell’amore e così è guarigione nella profondità del nostro essere. Si comprende, pertanto, perché la sua predicazione e le guarigioni che opera siano sempre unite: formano infatti un unico messaggio di speranza e di salvezza.
Il Vangelo secondo Marco – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 25 Aprile 1983): Come è noto, il Vangelo che [Marco] ha scritto pone in particolare evidenza il contrasto tra la Chiesa che perdona (Mc 2,10), vince i demòni (Mc 1,24-27 ecc.), guarisce le malattie (Mc 1,31 ecc.), e gli uomini che si beffano di lui (Mc 5,40; 6,3; 15,29-32) e vogliono la sua rovina (Mc 3,6; 12,13; 14,1). Marco vede in questo “scandaloso” contrasto la linea maestra dell’agire di Dio, il quale in tal modo sorprende le persone e le induce ad interrogarsi sull’identità di Cristo (“Chi è costui?”: Mc 4,41; 1,27), preparandole, attraverso l’esperienza stessa della sua umiliazione, all’atto di fede nella sua missione salvatrice. “Veramente quest’uomo era figlio di Dio” (Mc 15,39), è la confessione a cui giunge il centurione sotto la Croce. Come non vedere in ciò una chiara indicazione per chiunque voglia porsi sulle orme di Cristo e farsi suo testimone nel mondo contemporaneo? La mitezza di fronte ad opposizioni e a contrasti, il dominio sulle passioni e sulle forze del male, l’impegno per alleviare ogni forma di sofferenza sono i modi concreti, con cui il cristiano può suscitare anche negli uomini di oggi l’interrogativo su Cristo e disporne i cuori all’accettazione del suo messaggio. Egli potrà in tal modo operare efficacemente per l’avvento del Regno di Dio e per la costruzione della Città terrena, in lineare coerenza con la visione cristiana del mondo e della storia, la quale non è conciliabile con ideologie e movimenti che si ispirano al materialismo.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: «“Venuta, poi, la sera gli presentarono molti, e curò le loro infermità” [Mt 8,16-17]. Il Signore delle virtù ed autore della salvezza degli uomini, elargiva a tutti, come pio e misericordioso. Dio, il rimedio della medicina celeste, liberava i posseduti dal demonio, scacciava gli spiriti immondi, faceva scomparire anche tutte le malattie ed infermità del corpo con la parola del suo divino potere, affinché mostrasse di essere venuto per la salvezza del genere umano, e dimostrasse fino all’evidenza di essere Dio attraverso un così gran numero di azioni prodigiose, perché questi così grandi segni miracolosi non li può effettuare se non Dio solo. “Affinché si adempisse, disse, ciò che è stato detto per il profeta Isaìa: Poiché egli stesso si addossò le nostre infermità, e portò le nostre malattie” [Mt 8,17]. Inoltre il Figlio di Dio si addossò le infermità del genere umano, affinché rendesse noi, una volta deboli, forti e ben radicati nella sua fede; per questo prese un corpo da una razza peccatrice, per cancellare i nostri peccati col mistero della sua carne» (Cromazio Aquileia).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Andiamocene altrove: con queste parole Gesù per la prima volta «parla della sua missione e manifesta chiaramente il proposito di volersi attenere alla volontà del Padre, considerando suo compito primo l’annuncio della salvezza e non quello di soddisfare la curiosità o l’entusiasmo delle folle come un qualunque guaritore più o meno abile» (Adalberto Sisti, Marco, NVB). La vita di Gesù è una vita girovaga senza riposo e senza un tetto sotto il quale ripararsi (cfr. Mt 8,20), uno stile di vita che i discepoli devono saper imitare. Sul suo esempio, Egli vuole che i suoi discepoli siano decisi ad abbracciare questo stile di vita intessuto di povertà e di precarietà, pronti nell’abbandonare affetti, case e parentele varie per mettersi al suo seguito (cfr. Mt 8,21-22). Un distacco totale che contrassegna la sequela cristiana. Ritirandosi in un luogo deserto per pregare, Gesù indica ai suoi discepoli la fonte dove trovare la forza per attuare un simile programma di vita. I Vangeli amano parlare della preghiera di Gesù. Sopra tutto la ricordano in occasione dei momenti più importanti del ministero pubblico del Signore: il battesimo (cfr. Lc 3,21), la chiamata degli Apostoli (cfr. Lc 6,12), la prima moltiplicazione dei pani (cfr. Mc 6,46), la Trasfigurazione (cfr. Lc 9,29), nel Getsemani (cfr. Mt 26,39), sulla croce quando prega per i suoi carnefici (cfr. Lc 23,34). Altresì, possiamo ricordare quante volte la preghiera ottenne il dono della guarigione da Gesù: il cieco nato (cfr. Mc 10,46-56), la guarigione del lebbroso (cfr. Mt 8,23), la Cananea (cfr. Mt 15,21-28). Il discepolo apprende in questo modo il segreto della preghiera come unico fondamento su cui poggiare la sua fede, la sua speranza. Senza la preghiera il cristiano non può essere fedele alla sua vocazione e alla sua elezione (2Pt 2,10).
Santo del giorno: 16 Gennaio – Madonna della Scopa: Nell’Opus Matris Verbi Dei da qualche anno, in questo giorno, viene venerata Maria sotto questo originale titolo. Alla base di tale festa c’è un evento particolare: un sodale della nostra Opera, in un momento di particolare tribolazione, vide la Madonna che come una Mamma premurosa se ne stava a spazzare una delle nostre Domus Mariae, ripulendola e riordinandola. Mentre svolgeva tale servizio disse: “Spazzerò da questa casa ogni insidia del demonio e la ripulirò da tutti coloro che si dicono miei figli, ma non lo sono”. E così avvenne nel giro di pochissimo tempo! Inoltre, in modo quanto meno misterioso, negli stessi giorni fu trovata una statua raffigurante la Madonna nell’atto di spazzare, con la scopa in mano: tale statuetta viene conservata nella Domus Mariae di Agrigento. Al di là di eventi misteriosi o soprannaturali, onorando Maria con tale titolo vogliamo chiederle di mantenere o rimettere in ordine le nostre case, le nostre famiglie, le nostre vite: ripulendo lo sporco del nostro peccato, ordinando la nostra volontà, facendo risplendere di virtù i nostri cuori.
Preghiamo: Ispira nella tua paterna bontà, o Signore, i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera, perché veda ciò che deve fare e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto. Per il nostro Signore Gesù Cristo…