15 Dicembre 2018 – Sabato, II del Tempo di Avvento- (Sir 48,1-4.9-11; Sal 79[80]; Mt 17,10-13) – I Lettura: “Tra i profeti sono da ricordare Elìa e Elìseo, accomunati dalla capacità di operare prodigi e soprattutto da uno zelo ardente per il nome di Dio, da non esitare ad opporsi a empi regnanti. In particolare Elìa è visto come il profeta promesso dei tempi messianici, inviato per operare la riunificazione delle tribù di Israele” (Bibbia Via, Verità e Vita, nota). Vangelo: “Alle fantasticherie rabbiniche sul ritorno di Elìa, Gesù contrappone la serietà e la drammaticità della vita del Battista, terminata nella decapitazione (14,1-12). In questa morte, Cristo già intravede la propria; il rifiuto del Precursore implica il rifiuto del Messia. Il termine soffrire è proprio della prima predizione della passione. Passerà poi ad indicare la sofferenza di Paolo e di tutti i cristiani, sempre però in relazione alla passione e morte di Cristo” (Messale Feriale, LDC).
Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto – Dal Vangelo secondo Matteo: Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista
Riflessione: I discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista – Richard Gutzwiller (Me-ditazioni su Matteo): Elìa è venuto, nella persona di Giovanni il Battista, preparatore della strada e precursore del Messia. Infatti entrambe le figure e la loro azione rivelano una grande somiglianza. Anche esteriormente Giovanni si veste come Elìa, con una pelle trattenuta da una cinghia di cuoio grezzo. Conduce in povertà una vita di dura penitenza e in questo senso predica con la sua sola apparizione esteriore. Come Elìa ha combattuto Àcab e Gezabèle, così il Battista attacca Erode ed Erodiade. Come Elìa sostenne con zelo ardente l’onore di Jahvé, così Giovanni il Battista si batte per la legge e la volontà di Dio. Come Elìa annunzia minacciosamente la punizione così il Battista parla dell’ascia già posata accanto alla radice, dell’aia che verrà ripulita. L’an-nunzio del ritorno di Elìa è quindi esatto, ma gli Ebrei lo comprendono esteriormente, troppo alla lettera. Elìa ritorna, perché una figura simile adempie lo stesso compito di predicare la penitenza, nello stesso spirito.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: È vicino il Natale – Paolo VI (Angelus, 13 dicembre 1970): È vicino il Natale. È bello che sia un giorno di festa e di gioia, e che i doni siano il segno della bontà e della letizia che deve caratterizzare questa festa, tanto umana e gentile. Ma evitiamo lo spreco; e ricordiamo che intorno a noi e nel mondo vi sono ancora tanti poveri, tanti bisognosi che difettano spesso del necessario, mentre noi godiamo del superfluo. Ed è anche bello vedere che il Natale sveglia tante iniziative di beneficenza, tanto senso di umanità e di fraternità. Noi vi vogliamo incoraggiare a favorire questi gesti di spontaneo e generoso interesse verso chi soffre, o stenta, o meno possiede; verso i bambini specialmente, i baraccati, gli ammalati, i carcerati, i disoccupati, gli abbandonati. Il motivo del Natale dà tanto a chi offre, come a chi riceve il senso cristiano della solidarietà, il gusto della carità, del volersi bene perché Cristo ci ha voluto bene. Così il Natale ha un riflesso sociale di grande importanza; diventa principio e simbolo di un alto costume civile, che Noi auguriamo sia avvertito ed apprezzato in una società che si dice democratica, in cui spesso invece la libertà sembra favorire la formazione di grossi egoismi collettivi, incuranti del bene comune e dell’ordine sociale, mentre la difesa e la promozione d’ogni legittimo interesse dovrebbero contenersi nel rispetto dei diritti altrui. Fa pena osservare la provocazione di simili disordini, quasi che da essi possa alla fine sortire un autentico vantaggio sociale. Manchiamo forse di questo senso di simpatia e di amore comunitario, che appunto il Natale ridesta e diffonde. Operiamo allora e preghiamo affinché il Natale ce ne dia nuova e felice esperienza. Maria ci assista.
Giovanni, Precursore, Profeta e Battista – CCC 717: «Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni» (Gv 1,6). Giovanni è riempito «di Spirito Santo fin dal seno di sua madre» (Lc 1,15) da Cristo stesso che la Vergine Maria aveva da poco concepito per opera dello Spirito Santo. La «visitazione» di Maria ad Elisabetta diventa così visita di Dio al suo popolo. Giovanni è «quell’Elia che deve venire»: il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa «correre avanti» (come «precursore») al Signore che viene. In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo termina di «preparare al Signore un popolo ben disposto» (Lc 1,17).
Giovanni è la «voce» del Consolatore che viene – CCC 719-720: Giovanni è «più che un profeta». In lui lo Spirito Santo termina di «parlare per mezzo dei profeti». Giovanni chiude il ciclo dei profeti inaugurato da Elia. Egli annunzia che la consolazione di Israele è prossima; è la «voce» del Consolatore che viene. Come farà lo Spirito di verità, egli viene «come testimone per rendere testimonianza alla Luce» (Gv 1,7). In Giovanni, lo Spirito compie così le «indagini dei profeti» e il «desiderio» degli angeli: «L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio. […] Ecco l’Agnello di Dio» (Gv 1,33-36). Infine, con Giovanni Battista lo Spirito Santo inaugura, prefigurandolo, ciò che realizzerà con Cristo e in Cristo: ridonare all’uomo «la somiglianza» divina. Il battesimo di Giovanni era per la conversione, quello nell’acqua e nello Spirito sarà una nuova nascita.
La vera profezia nasce da Dio – Giovani Paolo II (Vita Consecrata 84): Nella storia della Chiesa, accanto ad altri cristiani, non sono mancati uomini e donne consacrati a Dio che, per un particolare dono dello Spirito, hanno esercitato un autentico ministero profetico, parlando nel nome di Dio a tutti ed anche ai Pastori della Chiesa. La vera profezia nasce da Dio, dall’amicizia con Lui, dall’ascolto attento della sua Parola nelle diverse circostanze della storia. Il profeta sente ardere nel cuore la passione per la santità di Dio e, dopo averne accolto nel dialogo della preghiera la parola, la proclama con la vita, con le labbra e con i gesti, facendosi portavoce di Dio contro il male ed il peccato. La testimonianza profetica richiede la costante e appassionata ricerca della volontà di Dio, la generosa e imprescindibile comunione ecclesiale, l’esercizio del discernimento spirituale, l’a-more per la verità. Essa si esprime anche con la denuncia di quanto è contrario al volere divino e con l’esplorazione di vie nuove per attuare il Vangelo nella storia, in vista del Regno di Dio.
Missione profetica del cristiano – Catechismo degli Adulti 672: Uniti e configurati a Cristo, formiamo la Chiesa suo mistico corpo: un solo battesimo, un solo Dio Padre, un solo Signore Gesù Cristo, un solo corpo ecclesiale, animato da un solo Spirito Santo. Consacrati con il carattere battesimale, siamo resi partecipi della missione profetica, regale e sacerdotale del Messia, così che ognuno di noi può dire con lui: «Lo Spirito del Signore è sopra di me… mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio… per rimettere in libertà gli oppressi» (Lc 4,18). Siamo abilitati a professare la fede con le parole e le opere, a ordinare secondo giustizia e carità le relazioni con gli altri, a offrire in unione al sacrificio eucaristico il lavoro, la sofferenza, l’esistenza intera.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: La guida del Signore – “I precetti del Vangelo, fratelli carissimi, non sono altro che insegnamenti divini, fondamento su cui edificare la speranza, base d’appoggio per sostenere la fede, nutrimento per saziare il cuore, timone per dirigere il viaggio, aiuto per tenersi saldi alla salvezza; istruendo sulla terra le menti docili dei fedeli, le conducono ai regni del cielo. Molte cose Dio fece annunciare e udire per bocca dei profeti; ma quanto maggiori sono le verità che annuncia il Figlio, la Parola di Dio che abitò nei profeti, come ci attesta con le sue stesse parole! Ora, egli non comanda solo di preparare la via a colui che viene, ma egli stesso viene e ci apre, e ci indica la via affinché noi, che prima erravamo ciechi e alla ventura nelle tenebre di morte, illuminati dallo splendore della sua grazia, possiamo seguire la via della vita sotto la guida e la condotta del Signore” (Cipriano di Cartagine).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa? – Gli scribi, fedeli alla profezia contenuta nel libro del profeta Malachia, insegnavano che l’avvento del Messia sarebbe stato preceduto da un’epoca di grandi sconvolgimenti e poi dal ritorno di Elia: “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio” (Mal 3,23-24). Gesù non smentisce questa profezia, ma con autorità dice ai discepoli che Elìa era già venuto e non l’avevano riconosciuto; anzi, avevano fatto di lui quello che avevano voluto. Parole severe che svelano il volto di Giovanni il Battista e la sua missione: essere il Precursore, il testimone di Gesù Cristo. Una testimonianza che Giovanni suggellerà con la sua morte violenta, quel martirio che avrebbe ghermito la giovane vita di Gesù: Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro. Non è sempre facile distinguere la voce del Signore nella vita di ogni giorno; anche noi corriamo spesso il rischio di guardare alla storia e alle vicende della nostra quotidianità come se il Signore non ci fosse o non vi intervenisse affatto. Eppure il profeta Elia ci ha insegnato proprio questo: a guardare alla storia con gli occhi di Dio e a saper trovare Dio non nelle grandi cose, ma nella sottile voce di silenzio che chiama e sconvolge nell’intimo (cfr. 1Re 19,12).
Santo del giorno: 15 Dicembre – Santa Virginia Centurione Bracelli, Vedova e fondatrice: Figlia del doge di Genova, rimasta vedova a soli 20 anni spese la sua vita a favore dei bisognosi. Suo motto fu: «Servire Dio nei suoi poveri». Il suo apostolato fu rivolto in modo particolare agli anziani, donne in difficoltà e malati. L’istitu-zione con la quale passò alla Storia fu L’Opera di Nostra Signora del rifugio. Gratificata dal Signore con estasi, visioni, locuzioni interiori moriva il 15 dicembre 1651, all’età di 64 anni. San Giovanni Paolo II l’ha proclamata beata a Genova il 22 settembre 1985 e poi santa a Roma nel 2003.
Preghiamo: Sorga in noi, Dio onnipotente, lo splendore della tua gloria, Cristo tuo unico Figlio; la sua venuta vinca le tenebre del male e ci riveli al mondo come figli della luce. Per il nostro Signore Gesù Cristo…