liturgia

2 Dicembre 2018

2 Dicembre 2018 – I del Tempo di avvento (C)

Antifona d’ingresso

A te, Signore, elevo l’anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso. Non trionfino su di me i miei nemici. Chiunque spera in te non resti deluso. (Sal 25,1-3)

Colletta

O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé nella gloria a possedere il regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure: 

Padre santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’u-manità oppressa da tanti mali e apri i nostri cuori alla speranza, perché sappiamo attendere senza turbamento il ritorno glorioso del Cristo, giudice e salvatore. Egli è Dio, e vive e regna con te…

 Prima Lettura                Ger 33,14-16

Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.

Una parte degli oracoli di Geremìa riguarda la restaurazione di Israele, cioè la sua rinascita dopo lo sfacelo dell’esilio babilonese, della distruzione del tempio e della fine della dinastia davidica. La prima lettura è appunto costituita da uno di essi: il profeta vi annunzia la realizzazione della promessa di un germoglio giusto dalla stirpe di Davide, un suo discendente che avrebbe regnato con giustizia e avrebbe assicurato al popolo sicurezza e pace. 

Dal libro del profeta Geremìa

Ecco, verranno giorni – oràcolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.             Parola di Dio.

Salmo Responsoriale                                                                     Dal Salmo 24 (25)

«Confida in Dio… Non avrà dunque cura di te colui che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti? Trascurerà, abbandonerà, lascerà solo te che sei già giusto e vivi nella fede? Al contrario egli ti benefica, ti aiuta, ti dà qui ciò che ti è necessario, ti difende dalle avversità. Facendo doni ti consola affinché tu perseveri, togliendoteli ti corregge affinché tu non perisca; il Signore ha cura di te, stai tranquillo. Ti sostiene colui che ti ha fatto, non cadere dalla mano del tuo Creatore; se cadrai dalla mano del tuo artefice ti spezzerai. La buona volontà ti aiuta a rimanere nelle mani di colui che ti ha creato. Di’: “Il mio Dio lo vuole, egli mi reggerà, egli mi sosterrà”. Abbandonati a lui, non credere che ci sia il vuoto quasi che tu dovessi precipitare; non t’immaginare una cosa di questo genere. Egli ha detto: “Io riempio il cielo e la terra”. Mai egli ti mancherà; non mancargli tu, non mancare tu a te stesso» (S. Agostino).

Rit. A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza. Rit.

 

Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via. Rit.

 

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà

per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.

Il Signore si confida con chi lo teme:

gli fa conoscere la sua alleanza. Rit.

 

Seconda Lettura        1Ts 3,12-4,2

Il Signore renda saldi i vostri cuori al momento della venuta di Cristo.

La conversione deve innescare un dinamismo nuovo, che porta a un continuo progresso nel rapporto con Dio e con i fratelli. Il dono di Dio richiede la collaborazione dell’uomo, Dio non se ne serve come di uno strumento passivo, al contrario il fatto che lui intervenga per primo serve a potenziare nell’uomo l’esercizio della propria libertà e creatività. L’adesione a Cristo e alla comunità è la strada maestra di uno sviluppo integrale della persona umana.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.       Parola di Dio.

 

Canto al Vangelo          Sal 84 (85),8

Alleluia, alleluia.

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

Alleluia.
Vangelo       Lc 21,25-28.34-36

La vostra liberazione è vicina.

Il brano di Luca presenta due modi di vivere, due volti dell’umanità: da una parte coloro che “moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra”; dall’altra quelli che hanno la forza di “stare in piedi davanti al Figlio dell’uomo”. Da una parte quelli che vivono nella paura perché non sanno cosa dovrà accadere. E dall’altra quelli che vivono alla presenza di Dio e sanno riconoscere i segni del Suo amore.

 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

  Parola del Signore.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

Tempo di Avvento – Paolo VI (Udienza Generale, 30 Novembre 1977): È cominciato l’Avvento. Che cosa è l’Avvento? L’Avvento è quel periodo di tempo che nella preghiera ufficiale della Chiesa precede e prepara la celebrazione del Natale. La preghiera della Chiesa segue il corso del tempo, che per noi si svolge non solo seguendo il ciclo cosmico-stagionale dei periodi termo-agrari, ma nella rinnovata memoria della vita temporale di Cristo e dell’opera da Lui compiuta, ch’è la Redenzione, il mistero di Dio nella storia, e che fissa un tale avvenimento nel ritmo solare del tempo da costituire un punto centrale nella successione della storia stessa, cioè nel tempo che passa. «La santa Madre Chiesa, dice il recente Concilio, considera suo dovere celebrare con santa memoria, in giorni determinati nel corso dell’anno, l’opera della salvezza…» (Sacrosanctum Concilium 102); così che la prima osservanza della vita religiosa consiste nell’avvertire il rapporto del tempo che passa con questa dominante presenza di Cristo sulle vicende della nostra vita transeunte nel tempo, l’inesorabile successione delle cose e degli avvenimenti in cui la nostra esistenza presente nasce, si afferma e muore.

 Dio ha tempo per noi! – Benedetto XVI (Angelus, 30 Novembre 2008): Iniziamo oggi, con la prima Domenica di Avvento, un nuovo Anno liturgico. Questo fatto ci invita a riflettere sulla dimensione del tempo, che esercita sempre su di noi un grande fascino. Sull’esempio di quanto amava fare Gesù, desidererei tuttavia partire da una constatazione molto concreta: tutti diciamo che “ci manca il tempo”, perché il ritmo della vita quotidiana è diventato per tutti frenetico. Anche a tale riguardo la Chiesa ha una “buona notizia” da portare: Dio ci dona il suo tempo. Noi abbiamo sempre poco tempo; specialmente per il Signore non sappiamo o, talvolta, non vogliamo trovarlo. Ebbene, Dio ha tempo per noi! Questa è la prima cosa che l’inizio di un anno liturgico ci fa riscoprire con meraviglia sempre nuova. Sì: Dio ci dona il suo tempo, perché è entrato nella storia con la sua parola e le sue opere di salvezza, per aprirla all’eterno, per farla diventare storia di alleanza. In questa prospettiva, il tempo è già in se stesso un segno fondamentale dell’amore di Dio: un dono che l’uomo, come ogni altra cosa, è in grado di valorizzare o, al contrario, di sciupare; di cogliere nel suo significato, o di trascurare con ottusa superficialità. Tre poi sono i grandi “cardini” del tempo, che scandiscono la storia della salvezza: all’inizio la creazione, al centro l’incarnazione-redenzione e al termine la “parusia”, la venuta finale che comprende anche il giudizio universale. Questi tre momenti però non sono da intendersi semplicemente in successione cronologica. Infatti, la creazione è sì all’origine di tutto, ma è anche continua e si attua lungo l’intero arco del divenire cosmico, fino alla fine dei tempi. Così pure l’incarnazione-redenzione, se è avvenuta in un determinato momento storico, il periodo del passaggio di Gesù sulla terra, tuttavia estende il suo raggio d’azione a tutto il tempo precedente e a tutto quello seguente. E a loro volta l’ultima venuta e il giudizio finale, che proprio nella Croce di Cristo hanno avuto un decisivo anticipo, esercitano il loro influsso sulla condotta degli uomini di ogni epoca. Il tempo liturgico dell’Avven-to celebra la venuta di Dio, nei suoi due momenti: dapprima ci invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; quindi, avvicinandosi il Natale, ci chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la nostra salvezza. Ma il Signore viene continuamente nella nostra vita. Quanto mai opportuno è quindi l’appello di Gesù, che in questa prima Domenica ci viene riproposto con forza: “Vegliate!” (Mc 13,33.35.37). È rivolto ai discepoli, ma anche “a tutti”, perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza. Questo comporta un giusto distacco dai beni terreni, un sincero pentimento dei propri errori, una carità operosa verso il prossimo e soprattutto un umile e fiducioso affidamento alle mani di Dio, nostro Padre tenero e misericordioso.

Avvento, tempo di cammino – Papa Francesco (Angelus, 1 Dicembre 2013): Iniziamo oggi, Prima Domenica di Avvento, un nuovo anno liturgico, cioè un nuovo cammino del Popolo di Dio con Gesù Cristo, il nostro Pastore, che ci guida nella storia verso il compimento del Regno di Dio. Perciò questo giorno ha un fascino speciale, ci fa provare un sentimento profondo del senso della storia. Riscopriamo la bellezza di essere tutti in cammino: la Chiesa, con la sua vocazione e missione, e l’umanità intera, i popoli, le civiltà, le culture, tutti in cammino attraverso i sentieri del tempo… Questo cammino non è mai concluso. Come nella vita di ognuno di noi c’è sempre bisogno di ripartire, di rialzarsi, di ritrovare il senso della mèta della propria esistenza, così per la grande famiglia umana è necessario rinnovare sempre l’orizzonte comune verso cui siamo incamminati. L’orizzonte della speranza! Questo è l’orizzonte per fare un buon cammino. Il tempo di Avvento ci restituisce l’orizzonte della speranza, una speranza che non delude perché è fondata sulla Parola di Dio. Una speranza che non delude, semplicemente perché il Signore non delude mai! Lui è fedele! Lui non delude! Pensiamo e sentiamo questa bellezza.

Preghiera dei Fedeli                                                                                       (proposta)

Attendiamo il Signore nella vigilanza. Chiediamo il dono della fede e della carità a Colui che conduce la Storia e la nostra vita verso la pienezza dei tempi e verso la beatitudine.

Preghiamo insieme e diciamo: Vieni Signore Gesù.

  • Perché la Chiesa si faccia prossima a tutte le persone che sono in attesa di un segno di solidarietà e speranza. Preghiamo. Rit.

  • Perché i credenti si facciano annunciatori dei cieli nuovi e della terra nuova nell’impegno per la giustizia e per la pace. Preghiamo. Rit.

  • Perché i poveri, gli emarginati e i dimenticati delle nostre città sperimentino nella sollecitudine delle comunità cristiane l’efficacia della salvezza portata da Gesù. Preghiamo. Rit.

  • Perché la nostra comunità cresca e abbondi nell’amore vicendevole e verso tutti, per presentarsi in santità all’incontro con il Signore. Preghiamo. Rit.

Celebrante: Padre e Signore della storia, volgi il tuo sguardo di misericordia alla tua Chiesa che attende la venuta del tuo Figlio, sostienila nel cammino verso di te, ed esaudisci le nostre preghiere. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

 

Preghiera sulle offerte

Accogli, Signore, il pane e il vino, dono della tua benevolenza, e fa’ che l’umile espressione della nostra fede sia per noi pegno di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio dell’Avvento I          (proposta)

La duplice venuta del Cristo.

 È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.

Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana

egli portò a compimento la promessa antica,

e ci aprì la via dell’eterna salvezza.

Verrà di nuovo nello splendore della gloria,

e ci chiamerà a possedere il regno promesso

che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti,

cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo… 

 

 Antifona alla comunione

Il Signore elargirà il suo bene e la nostra terra produrrà il suo frutto. (Sal 85,13)

Oppure: 

“Vegliate e pregate in ogni momento, per esser degni di comparire davanti al Figlio dell’uomo. (cfr. Lc 21,36)

Preghiera dopo la comunione

La partecipazione a questo sacramento, che a noi pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga, Signore, nel nostro cammino e ci guidi ai beni eterni. Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare

«Eccoci nel tempo dell’Avvento, tempo che ci vuol svegliare dal torpore! C’è il Signore in arrivo, pieno di grazie da non perdere: ci vuole perciò un atteggiamento vigilante nella preghiera e operoso nella carità. A Natale festeggiamo la prima venuta di Gesù nell’umiltà: ora lo attendiamo nella gloria, come Lui ci ha promesso, e noi vogliamo essere pronti a questo incontro; anche perché ogni giorno il Signore ci viene incontro in tanti modi misteriosi (dai sacramenti all’incontro con i poveri) e noi non vogliamo perdere i nostri appuntamenti con Lui! Il Vangelo di oggi è composto da due parti: nella prima Gesù ci parla delle cose ultime e della sua venuta nella gloria; nella seconda di come vivere nell’attesa dell’incontro con Lui, che non sappiamo quando sarà (compresa sorella morte). La prima parte ci apre alla speranza: in mezzo alla distruzione, viene il Signore a salvarci; così sarà alla fine dei tempi, così è stato quando si è incarnato (venendoci a salvare dal peccato) e così è nel nostro oggi: quando tutto sembra umanamente crollare alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina! Alzate il capo, sollevatevi, cioè: non restate chini su voi stessi, tristi, senza speranza: qualcuno viene a salvarci dal peccato e dalla morte, dandoci dignità e amore! Come fare per esser pronti? Gesù ce lo spiega nella seconda parte del testo. Anzitutto ci dice: state attenti che il vostro cuore non sia appesantito. Una mongolfiera per volare deve essere slegata e senza troppi pesi: e il nostro cuore com’è? Abbiamo delle zavorre che ci tengono inchiodati “alla terra”? che ci impediscono di pregare, di servire, di amare? Poi Gesù ci mette in guardia soprattutto da tre cose: dalle dissipazioni, dalle ubriachezze e dagli affanni della vita. Dissipazioni: il termine dissipare ci fa venire in mente lo sprecare: c’è chi spreca la sua vita perdendosi dietro ai beni materiali e a tante cose inutili, cercando sempre di più, consumando sempre di più, chiudendo il cuore ai bisogni degli altri, unicamente preso da se stesso. Ubriachezze: la ricerca di appagamento immediato dei propri piaceri, di chi non vuole farsi mancare niente. Affanni della vita: è chi vive senza confidare nella Provvidenza del Padre» (Missionari della Via).

Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei

Capitolo 8

La formazione specifica dei candidati al sacerdozio

Art. 154 – I candidati al sacerdozio comprendano che l’identità sacerdotale ha la sua fonte nella santissima Trinità ed è all’interno della Chiesa che si rivela e si concretizza la loro chiamata tanto che non si potrebbe definire la natura e la missione del sacerdozio ministeriale, se non in questa molteplice e ricca trama di rapporti, che sgorgano dalla Santissima Trinità e si prolungano nella comunione della Chiesa, la quale è segno e strumento, in Cristo, dell’unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano (cfr. PDV 12).

 

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