1 Novembre 2018 – Giovedì – Tutti i Santi (Solennità) – (Ap 7,2-4.9-14; Sal 23[24]; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a) – I Lettura: Il sangue dell’Agnello è l’amore che Gesù ha espresso sulla croce. I redenti si sono fidati e abbandonati a questo amore: si sono lasciati avvolgere e così sono stati compenetrati da quest’amore. Con esso hanno attraversato la fatica della storia, fatta di dolore e di peccato. Ma ora possono godere della felicità piena: conoscere nella benevolenza ed essere riconosciuti da Colui che si ama e in Lui percepire la gioia di un rapporto sincero e liberante con tutti i fratelli. II Lettura: Il dono di essere figli ci appartiene ma non è ancora in pienezza. Bisogna imparare a vivere questo dono e questa appartenenza, dono assolutamente gratuito di Dio, attraverso la collaborazione al piano divino e all’adesione a ciò che Dio vuole per noi. Una volontà che Dio ha espresso prima attraverso i suoi comandamenti e poi negli insegnamenti dati da Gesù nel Suo Vangelo. Vangelo: Matteo identifica otto atteggiamenti spirituali, proponendoli ai suoi lettori cristiani come la via maestra per raggiungere la piena felicità che Gesù ha promesso a coloro che sono già entrati, mediante la fede, nella fase iniziale del regno di Dio. Così facendo Matteo ha messo in luce da una parte l’esigenza di lottare per la giustizia e per la pace, e dall’altra quella di adottare sempre la mitezza e la misericordia, segni inequivocabili dell’appartenenza a Dio.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Riflessione: “Il Signore Gesù, maestro e modello divino di ogni perfezione, a tutti e a ciascuno dei suoi discepoli di qualsiasi condizione ha predicato quella santità di vita, di cui egli stesso è autore e perfezionatore: «Siate dunque perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste» (Mt 5,48). Mandò infatti a tutti lo Spirito Santo, che li muova internamente ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze (cfr. Mc 12,30), e ad amarsi a vicenda come Cristo ha amato loro (cfr. Gv 13,34; 15,12). I seguaci di Cristo, chiamati da Dio, non a titolo delle loro opere, ma a titolo del suo disegno e della grazia, giustificati in Gesù nostro Signore, nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e compartecipi della natura divina, e perciò realmente santi. Essi quindi devono, con l’aiuto di Dio, mantenere e perfezionare con la loro vita la santità che hanno ricevuto. Li ammonisce l’Apostolo che vivano «come si conviene a santi» (Ef 5,3), si rivestano «come si conviene a eletti di Dio, santi e prediletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di dolcezza e di pazienza» (Col 3,12) e portino i frutti dello Spirito per la loro santificazione (cfr. Gal 5,22; Rm 6,22). E poiché tutti commettiamo molti sbagli (cfr. Gc 3,2), abbiamo continuamente bisogno della misericordia di Dio e dobbiamo ogni giorno pregare: «Rimetti a noi i nostri debiti» (Mt 6,12). È dunque evidente per tutti, che tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità e che tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano. Per raggiungere questa perfezione i fedeli usino le forze ricevute secondo la misura con cui Cristo volle donarle, affinché, seguendo l’esempio di lui e diventati conformi alla sua immagine, in tutto obbedienti alla volontà del Padre, con piena generosità si consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo. Così la santità del popolo di Dio crescerà in frutti abbondanti, come è splendidamente dimostrato nella storia della Chiesa dalla vita di tanti santi” (Lumen Gentium 40).
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Tutti i Santi – Benedetto XVI (Angelus, 1 Novembre 2011): La Solennità di Tutti i Santi è occasione propizia per elevare lo sguardo dalle realtà terrene, scandite dal tempo, alla dimensione di Dio, la dimensione dell’eternità e della santità. La Liturgia ci ricorda oggi che la santità è l’originaria vocazione di ogni battezzato (cfr. Lumen Gentium 40). Cristo infatti, che col Padre e con lo Spirito è il solo Santo (cfr. Ap 15,4), ha amato la Chiesa come sua sposa e ha dato se stesso per lei, al fine di santificarla (cfr. Ef 5,25-26). Per questa ragione tutti i membri del Popolo di Dio sono chiamati a diventare santi, secondo l’affermazione dell’apostolo Paolo: «Questa infatti è la volontà di Dio, la vostra santificazione» (1Ts 4,3). Siamo dunque invitati a guardare la Chiesa non nel suo aspetto solo temporale ed umano, segnato dalla fragilità, ma come Cristo l’ha voluta, cioè «comunione dei santi» (CCC 946). Nel Credo professiamo la Chiesa «santa», santa in quanto è il Corpo di Cristo, è strumento di partecipazione ai santi Misteri – in primo luogo l’Eucaristia – e famiglia dei Santi, alla cui protezione veniamo affidati nel giorno del Battesimo. Oggi veneriamo proprio questa innumerevole comunità di Tutti i Santi, i quali, attraverso i loro differenti percorsi di vita, ci indicano diverse strade di santità, accomunate da un unico denominatore: seguire Cristo e conformarsi a Lui, fine ultimo della nostra vicenda umana. Tutti gli stati di vita, infatti, possono diventare, con l’azione della grazia e con l’impegno e la perseveranza di ciascuno, vie di santificazione.
Il Rosario una via per la santità – Giovanni Paolo II (Angelus, 1 Novembre 2003): Celebriamo oggi la Solennità di Tutti i Santi. Essa, invitandoci a volgere lo sguardo alla moltitudine immensa di coloro che hanno già raggiunto la Patria beata, ci addita il cammino che conduce a quella meta. A noi, pellegrini sulla Terra, i Santi e i Beati del Paradiso ricordano che il sostegno d’ogni giorno per non perdere mai di vista questo nostro eterno destino è anzitutto la preghiera. Per molti di loro è stato il Rosario ad offrire un mezzo privilegiato per il loro quotidiano colloquio con il Signore. Il Rosario può veramente essere una via semplice e accessibile a tutti verso la santità, che è la vocazione di ogni battezzato, come ben sottolinea l’odierna ricorrenza. Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho ricordato a tutti i fedeli che la santità è l’esigenza prioritaria della vita cristiana (cfr. nn. 30-31). Maria, Regina di tutti i Santi, già immersa totalmente nella gloria divina, ci aiuti a procedere con slancio sul cammino esigente della perfezione cristiana. Ci faccia comprendere ed apprezzare sempre più la recita del Rosario come itinerario evangelico di contemplazione del mistero di Cristo e di adesione fedele alla sua volontà.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: “Non potendo voi ora vedere questa visione, vostro impegno sia desiderarla. La vita di un buon cristiano è tutta un santo desiderio. Ma se una cosa è oggetto di desiderio, ancora non la si vede, e tuttavia tu, attraverso il desiderio, ti dilati, cosicché potrai essere riempito quando giungerai alla visione. Ammettiamo che tu debba riempire un grosso sacco e sai che è molto voluminoso quello che ti sarà dato; ti preoccupi di allargare il sacco o l’otre o qualsiasi altro tipo di recipiente, più che puoi; sai quanto hai da metterci dentro e vedi che è piccolo; allargandolo, lo rendi più capace. Allo stesso modo Dio con l’attesa allarga il nostro desiderio, col desiderio allarga l’animo e dilatandolo lo rende più capace. Viviamo dunque, fratelli, di desiderio, poiché dobbiamo essere riempiti” (Agostino).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: «L’odierna liturgia parla tutta di santità. Per sapere però quale sia la strada della santità, dobbiamo salire con gli Apostoli sul monte delle Beatitudini, avvicinarci a Gesù e metterci in ascolto delle parole di vita che escono dalle sue labbra. Anche oggi Egli ripete per noi: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli! Il divin Maestro proclama “beati” e, potremmo dire, “canonizza” innanzitutto i poveri in spirito, cioè coloro che hanno il cuore sgombro da pregiudizi e condizionamenti, e sono perciò totalmente disponibili al volere divino. L’adesione totale e fiduciosa a Dio suppone lo spogliamento ed il coerente distacco da se stessi. Beati gli afflitti! È la beatitudine non solo di coloro che soffrono per le tante miserie insite nella condizione umana mortale, ma anche di quanti accettano con coraggio le sofferenze derivanti dalla professione sincera della morale evangelica. Beati i puri di cuore! Sono proclamati beati coloro che non si contentano di purezza esteriore o rituale, ma cercano quell’assolu-ta rettitudine interiore che esclude ogni menzogna e doppiezza. Beati gli affamati e assetati di giustizia! La giustizia umana è già una meta altissima, che nobilita l’animo di chi la persegue, ma il pensiero di Gesù va a quella giustizia più grande che sta nella ricerca della volontà salvifica di Dio: beato è soprattutto chi ha fame e sete di questa giustizia. Dice infatti Gesù: “Entrerà nel regno dei cieli chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” [Mt 7,21]. Beati i misericordiosi! Felici sono quanti vincono la durezza di cuore e l’indifferenza, per riconoscere in concreto il primato dell’amore compassionevole, sull’esempio del buon Samaritano e, in ultima analisi, del Padre “ricco di misericordia” [Ef 2,4]. Beati gli operatori di pace! La pace, sintesi dei beni messianici, è un compito esigente. In un mondo, che presenta tremendi antagonismi e preclusioni, occorre promuovere una convivenza fraterna ispirata all’amore e alla condivisione, superando inimicizie e contrasti. Beati coloro che si impegnano in questa nobilissima impresa! I Santi… Hanno creduto che la “felicità” sarebbe venuta loro dal tradurle nel concreto della loro esistenza. E ne hanno sperimentato la verità nel confronto quotidiano con l’esperienza: nonostante le prove, le oscurità, gli insuccessi, hanno gustato già quaggiù la gioia profonda della comunione con Cristo» (Giovanni Paolo II, Omelia, 1 novembre 2000).
Santo del giorno: 1 Novembre – San Cesario (Cesareo) di Terracina, Martire: “Nel giorno in cui la Chiesa commemora Tutti i Santi, ecco la vicenda di Cesario, legata al romano colle Palatino. Quando la sede dell’Impero venne trasferita da Roma, il Palatino, prima abitato dall’imperatore e dalla sua famiglia, restò vacante. Col tempo il luogo divenne un importante centro religioso cristiano. Vi furono costruite almeno due chiese: una di esse anziché essere dedicata a un martire romano, fu intitolata a Cesario, martire a Terracina, il quale godeva nei secoli del Basso Impero e del primo Medioevo di una certa celebrità. La scelta forse si deve al nome: Cesario, infatti, deriva da Cesare, e Cesare era l’appellativo degli Imperatori romani. Il Palatino ospitava il palazzo dei Cesari, e nella tradizione pagana, i Cesari venivano deificati, diventando oggetto di pubblico culto. Ma il cristianesimo rivoluzionò tutto: Cesario, non Cesare; santo cristiano, non imperatore divinizzato, ma testimone di Cristo” (Avvenire).
Preghiamo: Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in un’unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi, concedi al tuo popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli, l’abbondanza della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo…