liturgia

11 Agosto 2018

11 Agosto 2018 – Sabato, XVIII del Tempo Ordinario – Santa Chiara d’Assisi (Memoria) – (Ab 1,12-2,4; Sal 9; Mt 17,14-20) – I Lettura: Il regno di Giuda, alla fine del VII sec. a. C, è caratterizzato da violenza, oppressione, discordia e rapina. È questo contesto di peccato in cui vive il profeta che gli fa urlare un nuovo lamento pieno di angoscia: “Perché Dio non si affretta a punire il peccato e a liberare i suoi fedeli?”. Dio risponde con un oracolo divino. L’empio è destinato alla rovina, mentre al giusto, colui che è fedele a Dio e ne adempie i precetti, è promessa la vita. Vangelo: Gesù torna dal monte dove si è trasfigurato davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni. L’esperienza della trasfigurazione lascia il loro cuore pieno di meraviglia, di stupore ma pieno anche di tante domande per la difficoltà a comprendere. Gesù si rende conto della poca fede dei suoi e solleva il problema: non per additare una mancanza, ma per dare loro modo di rimediare, di rinforzare la loro esile fede e il loro incerto abbandono alla sua signoria.

Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».

Riflessione: «Gli chiesero: “Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?”. Ed egli rispose loro: “Per la vostra poca fede”». Tutto ciò che siamo e abbiamo è dono divino e viene dall’alto (cfr. Gc 1,17). Se è vero che Dio in Cristo ci ha donato ogni cosa, se è vero che il Figlio nello Spirito Santo ci ha dato ogni potere, se è vero che lo Spirito Santo pregando in noi, intercede per noi e ci fa chiedere al Padre tutto ciò che è giusto e utile alla nostra santità, è pur vero anche che dobbiamo bussare e chiedere con fede, confidando nella sua Provvidenza e Misericordia. Nulla meritiamo, nulla possediamo, nulla possiamo da noi stessi, ma in Dio siamo resi onnipotenti per grazia (se tale espressione può sembrare ardita, ricordiamo che Gesù arriva ad affermare che chi crede in lui farà opere maggiore di quelle compiute da lui!). Tale forza che giunge a noi da Dio si manifesta in tutta la sua potenza nella lotta contro il Maligno, tanto nell’esperi-enza diretta e personale, quanto nell’esperienza di preghiera di esorcismo o di liberazione o anche di semplice intercessione (che ogni persona può lecitamente esercitare). Il brano evangelico riporta l’esercizio di tale ministero ad opera dei discepoli: Gesù aveva dato loro il potere sui demòni (cfr. Mt 10,1), potere esercitato con successo (cfr. Lc 10,17). Ma non sempre! Certe azioni ordinarie (tentazioni) e straordinarie (nelle varie forme, fino alla possessione) esercitate da Satana, vanno respinte con maggiore fede, con la forza della preghiera e del digiuno (cfr. Mt 17,21), nel perfetto abbandono alla volontà divina. La Scrittura ci suggerisce altre “armi” che possiamo e dobbiamo esercitare nella lotta contro il Male (che il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive maiuscolo proprio a sottolineare che non parliamo di energie negative o di serie di sfortunati eventi, ma di una persona ben precisa, reale e decisamente malvagia). San Giovanni nella sua prima Lettera afferma rivolgendosi ai giovani: «la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno» (1Gv 2,14). Quindi conservare la Parola, come Maria, nel proprio cuore, ci rende forti e ci offre le armi per sconfiggere il Male. Anche san Paolo ci esorta affermando: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male» (Rm 12,21).

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Chiara d’Assisi – Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo (Omelia, 10 Agosto 2011): Un’immagine che piaceva a Chiara per spiegare  il suo rapporto con Gesù era quello dello “specchio”. Un’immagine, a prima vista, sorprendente. Sembrerebbe lontana dal “mondo” della  santità. Nella nostra comune esperienza, quando ci miriamo in uno specchio, lo facciamo evidentemente per guardarci. Lo sguardo si porta su di noi. Il più delle volte  ciò avviene  per una doverosa cura della nostra persona. Ma può introdursi, nello sguardo, anche il filo dell’orgoglio, della vanità, la tentazione di chiuderci dentro la nostra “immagine”. Se Chiara usa, come figura chiave della sua spiritualità, il riferimento allo specchio, è perché ella ha rovesciato totalmente questa dinamica auto-referenziale. Per Chiara lo specchio è  Gesù. Chiara si “specchia” in Gesù. Non vuol vedere se stessa, ma Gesù. Vuole che i suoi lineamenti si confrontino con quelli del volto di Cristo, fino a coincidere con quel Volto.

Santa Chiara – Card. Tarcisio Bertone (Omelia, 17 Febbraio 2008): Anzitutto il nome stesso, Chiara, evoca luminosità, trasparenza, limpidezza. Da lei i credenti possono imparare a guardare la realtà con gli occhi di Dio e a comunicarla con il cuore di Dio. Anche la comunicazione televisiva può diventare, a queste condizioni, un areopago formidabile di evangelizzazione: chi si accosta al televisore ed ai suoi succedanei contemporanei, ammira un mondo più vasto e complesso di quello in cui vive abitualmente. In effetti, ciò che viene comunicato attraverso la televisione, come pure nel cinema e in internet, veicola un insieme di progetti di vita e di interessi concreti. In questo ambito, che a quel tempo conosceva la rivoluzione televisiva, il Papa Pio XII venne a proporre come protettrice una Santa che, nel suo stesso nome e nella sua esperienza, indicasse un programma e una strada da percorrere: Chiara, cioè una limpidezza di visione e una capacità di percepire in modo responsabile e riflessivo i messaggi della comunicazione televisiva, grazie a un’illuminazione interiore che scaturisce dalla presenza di Dio. Quanto è importante oggi acquisire questa capacità di discernimento!

Stringetevi a Maria… – Giovanni Paolo II (Discorso, 18 Agosto 2001): Francesco e Chiara divennero fratello e sorella di ogni essere umano. E non solo, ma di tutte le creature animate e inanimate. Nel contemplare la natura, lo sguardo si riempie di gioia allorché Francesco scopre che tutto gli parla di Dio, ed esclama nel Cantico di frate sole: tutto “… de Te, Altissimo, porta significatione” (FF 263). Carissimi giovani, imparate anche voi a guardare il prossimo e il creato con gli occhi di Dio. Rispettate principalmente il suo vertice, che è la persona umana. Alla scuola di così validi maestri, apprendete l’uso sobrio e attento dei beni. Adoperatevi perché essi siano meglio distribuiti e condivisi, nel pieno rispetto dei diritti di ogni persona. Leggendo il grande libro della creazione, si apra il vostro spirito alla lode riconoscente verso il Creatore. Come Chiara e Francesco, imparate a far costante ricorso all’aiuto divino. Essi ripetono a ciascuno di voi: “Riponi la tua fiducia nel Signore ed egli avrà cura di te” (FF 367). Sì, cari ragazzi e ragazze, abbiate fiducia in Dio! Imitate Francesco e Chiara anche nel loro filiale affidamento alla Madonna, e cercate in Lei calore e protezione. Stringetevi a Maria, Madre dolcissima, che da secoli la Chiesa invoca come causa della nostra gioia. Sarà motivo di gioia anche per voi, perché Maria è per tutti madre premurosa!

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: La lotta contro satana – «Se tale è la guerra, se tali sono le schiere nemiche, se i loro capi sono incorporei, dominatori del mondo, spiriti del male, perché ti abbandoni ai piaceri, dimmi? Perché sei dissoluto? Come potremo aver scampo, se siamo disarmati? Ciascuno su ciò rifletta tra sé e sé ogni giorno: quando è dominato dall’ira, quando è signoreggiato dalle brame, quando cerca, senza badarci, le mollezze della vita. Ascolti il beato Paolo che ci dice: La nostra battaglia non è contro la carne e il sangue, ma contro i prìncipi, contro le potestà [Ef 6,12]. Questa guerra è peggiore, questa battaglia è più dura di quella contro un nemico visibile. Rifletti da quanto tempo il nemico è in lotta, rifletti per chi combatte, e sii prudente! «Certo, dice così. Ma se il diavolo fosse tolto di mezzo, tutti sarebbero salvi!». Questo è il pretesto che tirano fuori gli indolenti. Tu dovresti essere riconoscente, o uomo, che, se vuoi, puoi superare il nemico; e invece ti mostri sdegnato e usi le frasi del soldato infingardo e dormiglione. Tu conosci i tuoi punti deboli, se vuoi: guardati da ogni lato, rettifica te stesso. La nostra battaglia non è solo contro il diavolo, ma anche contro la sua potenza. Come dunque combatteremo contro le tenebre? Diventando luce. Come combatteremo contro gli spiriti del male? Diventando buoni. Il bene infatti si oppone al male e la luce caccia le tenebre. Ma, se anche noi saremo tenebre, cadremo del tutto in potere dei nemici. Come li vinceremo, dunque? Se quello che essi sono per natura noi lo diventeremo per elezione: liberi dalla carne e dal sangue, allora li domineremo. Probabilmente perché a quei tempi i cristiani erano perseguitati da molti, «Non credete» dice Paolo «che siano questi uomini a combattere contro di noi. Quelli che in essi agiscono, sono i demòni; essi ci combattono: contro di loro è la nostra guerra». E con ciò ottiene un doppio effetto: li rende più audaci contro i loro oppositori ed eccita il loro animo contro i veri nemici» (Giovanni Crisostomo).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo? – Francisco Fernández-Carvajal (Parlare con Dio Vol. IV): Perché non abbiamo potuto fare il bene in tuo nome? San Marco, e molti manoscritti che raccolgono il testo di san Matteo, aggiungono queste parole del Signore: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Gli apostoli non poterono liberare l’indemoniato perché mancò loro la fede necessaria, una fede che doveva manifestarsi nella preghiera e nella mortificazione. Anche noi abbiamo a che fare con persone bisognose di questi rimedi soprannaturali per uscire dalla prostrazione del peccato, dall’ignoranza religiosa. Succede alle anime qualcosa di simile a ciò che accade coi metalli, che fondono a temperature diverse. Quanto più la durezza interiore dei cuori è impantanata nel male, tanto più ha bisogno di mezzi soprannaturali. Non lasciamo prigioniere le anime per mancanza di preghiera e di mortificazione. Una fede grande come un granellino di senapa è capace di spostare le montagne, ci insegna il Signore. Chiediamo molte volte, oggi, e in questo momento di orazione, una fede che si traduca poi in abbondanza di mezzi soprannaturali e umani.

Santo del giorno: 11 Agosto – Santa Chiara, Vergine: Fedele discepola di san Francesco, fondò con lui il secondo Ordine (Clarisse). Esercitò il suo ufficio di guida e madre, studiandosi «di presiedere alle altre più per virtù e santità di vita che per ufficio, affinché le sorelle obbedissero più per amore che per timore». Seppe trasformare i suoi lunghi anni di malattia in apostolato della sofferenza. Attinse dalla sua fede eucaristica una forza straordinaria che la rese intrepida anche di fronte alle incursioni dei Saraceni (1230).

Preghiamo: Dio misericordioso, che hai ispirato a santa Chiara un ardente amore per la povertà evangelica, per sua intercessione concedi anche a noi di seguire Cristo povero e umile, per godere della tua visione nella perfetta letizia del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

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