9 Agosto 2018 – Giovedì – Santa Teresa Benedetta della Croce (Festa) – (Os 2,16b.17b.21-22; Sal 44[45]; Mt 25,1-13) – I Lettura: Dopo il castigo Dio va di nuovo in cerca della sua sposa infedele. In questo testo è chiaro il riferimento all’èsodo, le cui finalità, vengono ora raggiunte non con il conferimento di un nuovo decalogo, ma mediante un dialogo d’amore che tocca il cuore del popolo. La riconciliazione dunque è frutto non del pentimento di Israele, ma dell’iniziativa gratuita di Dio. Il deserto indica il luogo del primo amore, a cui idealmente Dio riconduce il suo popolo. Vangelo: La parabola ha come sfondo un banchetto di nozze, come protagonista Cristo, lo sposo, e le dieci vergini, immagine della Chiesa, la comunità dei convocanti pronta a uscire incontro allo Sposo. Il brano si rifà alla prassi nuziale ebraica. Ad ognuna delle fanciulle è data una grazia, che alla fine dovrà essere rendicontata; la lampada è il segno della fede vigilante mentre l’olio nei vasi è il vero segno di differenza.
Ecco lo sposo! Andategli incontro! – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Riflessione: «Ecco lo sposo! Andategli incontro!». È il grido che attendiamo, cui aneliamo! È la meta che sospiriamo, il premio che agogniamo! È lo sposo che amiamo, la realizzazione di ogni nostra attesa, la pienezza di ogni realizzazione. È la consolazione per ogni travaglio, la speranza in ogni tribolazione, la certezza in ogni quotidiano dubbio! Gesù non è solo un Dio, il Creatore, l’Onnipotente, Colui che è, il Vivente, l’Alfa e l’Omega… ma è anzitutto e soprattutto lo Sposo amante e amato. Dio è colui che è con noi, che vuole essere in noi, che vuole diventare una sola cosa con noi. Tutta la Scrittura si conclude proprio con il grido d’amore della Chiesa sposa verso il Cristo suo sposo: «Marana thà» Vieni Signore! (Ap 22,17). Cristo è lo sposo di ogni uomo, nel senso più alto, e pieno del termine: è il Coniuge, cioè colui che per amore si è messo sotto lo stesso giogo (il termine coniuge significa proprio avere lo stesso giogo, come i buoi “costretti” a camminare, lavorare o fermarsi in coppia e mai da soli): Dio era libero da ogni giogo, non era schiavo in nulla, ma per amore, in Cristo Gesù, si è fatto schiavo con noi, prendendo su di sé il giogo del peccato. Egli che non commise peccato, si fece nostro compagno di peccato, si è sottomesso al giogo del peccato per liberarcene per sempre. È lo Sposo che è una sol carne con la sua sposa: misticamente vissuto nel Sacramento dell’Eucaristia in cui Gesù è voluto rimanere con il suo Corpo e il suo Sangue non tanto o non solo per essere adorato, ma anzitutto e soprattutto per essere mangiato, perché la sua Carne divenisse una sola cosa con la nostra, perché la Comunione in Dio e tra di noi fosse perfetta, reale, tangibile e non solo spirituale. In Cielo non si prenderà marito o moglie perché Cristo sarà tutto in tutti (cfr. Lc 20,34-35). Un mistero anticipato già su questa terra da quanti, chiamati da Dio, scelgono la verginità come stato di vita, anticipando di fatto ciò che sarà la condizione celeste. La consacrazione per il Regno di Dio è la scelta di vivere già su questa terra in perfetta comunione con Dio e con i fratelli (cfr. 1Cor 7,32-34). È stata la scelta di S. Teresa B. della Croce che oggi ricordiamo e festeggiamo. E chiediamo al Cielo tante vocazioni sante che diano la vita per il Regno.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: La verità, l’insegnamento di suor Teresa Benedetta della Croce – Giovanni Paolo II (Omelia, 11 Ottobre 1998): Santa Teresa Benedetta della Croce giunse a capire che l’amore di Cristo e la libertà dell’uomo s’intrecciano, perché l’amore e la verità hanno un intrinseco rapporto. La ricerca della verità e la sua traduzione nell’amore non le apparvero in contrasto; essa, anzi, capì che si richiamavano a vicenda. Nel nostro tempo la verità viene scambiata spesso con l’opinione della maggioranza. Inoltre è diffusa la convinzione che ci si debba servire della verità anche contro l’amore o viceversa. Ma la verità e l’amore hanno bisogno l’una del-l’altro. Suor Teresa Benedetta ne è testimone. La “martire per amore”, che donò la sua vita per gli amici, non si fece superare da nessuno nell’amore. Allo stesso tempo ella cercò con tutta se stessa la verità, della quale scriveva: “Nessuna opera spirituale viene al mondo senza grandi travagli. Essa sfida sempre l’uomo intero”. Suor Teresa Benedetta della Croce dice a noi tutti: Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva.
Dagli scritti: «Ti salutiamo, Croce santa, nostra unica speranza! Così la Chiesa ci fa dire nel tempo di passione dedicato alla contemplazione delle amare sofferenze di Nostro Signore Gesù Cristo. Il mondo è in fiamme: la lotta tra Cristo e anticristo si è accanita apertamente, perciò se ti decidi per Cristo può esserti chiesto anche il sacrificio della vita. Contempla il Signore che pende davanti a te sul legno, perché è stato obbediente fino alla morte di Croce. Egli venne nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre. Se vuoi essere la sposa del Crocifisso devi rinunciare totalmente alla tua volontà e non avere altra aspirazione che quella di adempiere la volontà di Dio. Di fronte a te il Redentore pende dalla Croce spogliato e nudo, perché ha scelto la povertà. Chi vuole seguirlo deve rinunciare ad ogni possesso terreno. Stai davanti al Signore che pende dalla Croce con il cuore squarciato: Egli ha versato il sangue del suo Cuore per guadagnare il tuo cuore. Per poterlo seguire in santa castità, il tuo cuore dev’essere libero da ogni aspirazione terrena; Gesù Crocifisso dev’essere l’oggetto di ogni tua brama, di ogni tuo desiderio, di ogni tuo pensiero. Il mondo è in fiamme: l’incendio potrebbe appiccarsi anche alla nostra casa, ma al di sopra di tutte le fiamme si erge la Croce che non può essere bruciata. La Croce è la via che dalla terra conduce al cielo. Chi l’abbraccia con fede, amore, speranza viene portato in alto, fino al seno della Trinità. Il mondo è in fiamme: desideri spegnerle? Contempla la Croce: dal Cuore aperto sgorga il sangue del Redentore, sangue capace di spegnere anche le fiamme dell’inferno. Attraverso la fedele osservanza dei voti rendi il tuo cuore libero e aperto; allora si potranno riversare in esso i flutti dell’amore divino, sì da farlo traboccare e renderlo fecondo fino ai confini della terra. Attraverso la potenza della Croce puoi essere presente su tutti i luoghi del dolore, dovunque ti porta la tua compassionevole carità, quella carità che attingi dal Cuore divino e che ti rende capace di spargere ovunque il suo preziosissimo sangue per lenire, salvare, redimere. Gli occhi del Crocifisso ti fissano interrogandoti, interpellandoti. Vuoi stringere di nuovo con ogni serietà l’alleanza con Lui? Quale sarà la tua risposta? “Signore, dove andare? Tu solo hai parole di vita”. Ave Crux, spes unica!» (Edith Stein, Vita, Dottrina, Testi inediti, Roma, pp. 127-130).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: La parabola nel mettere in evidenza l’incertezza del tempo della venuta gloriosa del Cristo, vuole instillare nei cuori degli uomini la necessità della vigilanza, senza fidarsi di calcoli in base ai segni dei tempi: «Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo e né il Figlio, ma solo il Padre» (Mt 24,36). Questa venuta improvvisa deve indurre gli uomini ad assumere un serio atteggiamento di vigilanza e un comportamento saggio al quale nessuno può sottrarsi se non vuole essere escluso dal regno di Dio. Poi, alla vigilanza e al comportamento saggio va aggiunto il timore: «Comportatevi con timore nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri. Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia» (1Pt 1,17-19). Se Cristo Gesù, «nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero» (Credo), per salvarci si è annichilito nel mistero dell’Incarnazione, se è morto su una croce come un volgare malfattore, «è segno che la nostra anima è assai preziosa e dobbiamo perciò affaticarci “con timore e tremore per la nostra salvezza”, per non distruggere in noi l’opera della grazia di Dio. Tutto infatti viene dalla “grazia”: la redenzione di Cristo è opera di grazia e anche l’accettazione della redenzione da parte nostra è opera di grazia, poiché è Dio stesso colui “che opera in noi il volere e l’agire” secondo i suoi disegni di benevolenza e di amore» (Settimio Cipriani). Le vergini, le stolte e le sagge, non sopportando il tedio dell’attesa vengono colte dal sonno al quale cedono ben volentieri. Questo particolare suggerisce che il progetto di Dio, «ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra» (Ef 1,10), andrà a buon fine, lo voglia o non lo voglia l’uomo e sarà svelato all’intelligenza degli uomini quando Dio vorrà, anche senza il loro apporto. Gesù aveva suggerito la stessa cosa nella parabola del seme che spunta da solo anche mentre il contadino dorme (Mc 4,26): c’è, quindi, nella crescita e nella diffusione del Regno di Dio una componente che non dipende dall’uomo. Il regno di Dio porta in sé un principio di sviluppo, una forza segreta che lo condurrà al pieno compimento.
Santo del giorno: 9 Agosto – Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), Vergine e martire: Edith Stein nasce a Breslavia, capitale della Slesia prussiana, il 12 ottobre 1891, da una famiglia ebrea di ceppo tedesco. Allevata nei valori della religione israelitica, a 14 anni abbandona la fede dei padri divenendo agnostica. Studia filosofia a Gottinga, diventando discepola di Edmund Husserl, il fondatore della scuola fenomenologica. Ha fama di brillante filosofa. Nel 1921 si converte al cattolicesimo, ricevendo il Battesimo nel 1922. Insegna per otto anni a Speyer (dal 1923 al 1931). Nel 1932 viene chiamata a insegnare all’Istituto pedagogico di Münster, in Westfalia, ma la sua attività viene sospesa dopo circa un anno a causa delle leggi razziali. Nel 1933, assecondando un desiderio lungamente accarezzato, entra come postulante al Carmelo di Colonia. Assume il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Il 2 agosto 1942 viene prelevata dalla Gestapo e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove il 9 agosto muore nella camera a gas. Nel 1987 viene proclamata Beata, è canonizzata da Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1998. Nel 1999 viene dichiarata, con S. Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, Compatrona dell’Europa.
Preghiamo: Dio dei nostri padri, donaci la scienza della Croce, di cui hai mirabilmente arricchito Santa Teresa Benedetta della Croce, nell’ora del martirio, e fa che per sua intercessione cerchiamo sempre te, Somma Verità, fedeli fino alla morte all’eterna alleanza d’amore, sigillata nel sangue del Tuo Figlio per la salvezza del mondo. Per il nostro…