Liturgia, luglio

29 Luglio 2018 – XVII del Tempo Ordinario (B)

Antifona d’ingresso

Dio sta nella sua santa dimora; ai derelitti fa abitare una casa, e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36)

Colletta

O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure: 

O Padre, che nella Pasqua domenicale ci chiami a condividere il pane vivo disceso dal cielo, aiutaci a spezzare nella carità di Cristo anche il pane terreno, perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

Prima Lettura                   2Re 4,42-44

Ne mangeranno e ne faranno avanzare.
Elisèo, come il profeta Elìa di cui è discepolo e successore, possiede un potere divino per salvare o per perdere: egli benefica coloro che riconoscono la sua missione. Alla stupida ottusità e alla malvagità d’Israele (cfr. 2Re 1,16; 3,1) Dio risponde con la pazienza e con l’amore: la miracolosa moltiplicazione dei pani vuol testimoniare che il Signore non si è stancato del suo popolo e solo Lui può sfamare la sua fame.

Dal secondo libro dei Re

In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Elisèo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”». Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, se-condo la parola del Signore.                                                                        Parola di Dio.

Salmo Responsoriale                Dal Salmo 144 (145)

«Alleluia: è la lode di Dio, per noi affaticati; essa contrassegna quella che sarà la nostra attività nel riposo. Quando, infatti, dopo la fatica di quaggiù, giungeremo al riposo di lassù, unico nostro ufficio sarà la lode di Dio, la nostra attività sarà un alleluia… Lassù l’alleluia sarà il nostro cibo; l’alleluia sarà nostra bevanda; l’al-leluia sarà l’attività del nostro riposo, tutta la nostra gioia sarà un alleluia, cioè lode di Dio» (Sant’Agostino).

Rit. Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere

e ti benedicano i tuoi fedeli.

Dicano la gloria del tuo regno

e parlino della tua potenza. Rit.

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa

e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.

Tu apri la tua mano

e sazi il desiderio di ogni vivente. Rit.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie

e buono in tutte le sue opere.

Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,

a quanti lo invocano con sincerità. Rit.

Seconda Lettura                        Ef 4,1-6

Un solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.
Vi è un richiamo continuo all’unità, quell’unità che è “stata fatta”, una volta per sempre, nel corpo di Cristo sulla croce. Paolo ora passa a considerare tre pericoli che minacciano l’unità della Chiesa: la discordia tra i cristiani (vv. 1-3), la necessaria divisione dei ministeri (vv. 7-11), le dottrine eretiche (vv. 14-15), e oppone loro i principi e il programma dell’unità nel Cristo (vv. 4-6.12.13.16).

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.                                                                                                    Parola di Dio.

Canto al Vangelo                     Lc 7,16

Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo. Alleluia.

Vangelo                      Gv 6,1-15

Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano.

Il sesto capitolo del vangelo di Giovanni, rappresenta il punto nodale del ‘Libro dei segni’ (cc. 1-12):  raccoglie sette miracoli che l’evangelista chiama ‘segni’, perché hanno il fine di manifestare progressivamente il mistero della identità di Gesù. La moltiplicazione dei pani è registrata anche da Matteo, Marco e Luca.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa

I miracoli – Giovanni Paolo II (Udienza Generale, 16 Dicembre 1987): I “miracoli e segni” che Gesù faceva per confermare la sua missione messianica e la venuta del regno di Dio, sono ordinati e legati strettamente alla chiamata alla fede. Questa chiamata in relazione al miracolo ha due forme: la fede precede il miracolo, anzi è condizione perché esso si realizzi; la fede costituisce un effetto del miracolo, perché provocata da esso nell’anima di coloro che lo hanno ricevuto, oppure ne sono stati i testimoni. È noto che la fede è una risposta dell’uo-mo alla parola della rivelazione divina. Il miracolo avviene in legame organico con questa parola di Dio rivelante. È un “segno” della sua presenza e del suo operare, un segno, si può dire, particolarmente intenso. Tutto ciò spiega in modo sufficiente il particolare legame che esiste tra i “miracoli-segni” di Cristo e la fede: legame delineato così chiaramente nei Vangeli.

Con i miracoli Gesù compie la rivelazione – Dei Verbum 4: Dopo aver a più riprese e in più modi, parlato per mezzo dei profeti, Dio «alla fine, nei giorni nostri, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1,1-2). Mandò infatti suo Figlio, cioè il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini, affinché dimorasse tra gli uomini e spiegasse loro i segreti di Dio (cfr. Gv 1,1-18). Gesù Cristo dunque, Verbo fatto carne, mandato come «uomo agli uomini», «parla le parole di Dio» (Gv 3,34) e porta a compimento l’opera di salvezza affidatagli dal Padre (cfr. Gv 5,36; 17,4). Perciò egli, vedendo il quale si vede anche il Padre (cfr. Gv 14,9), col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione che fa di sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua risurrezione di tra i morti, e infine con l’invio dello Spirito di verità, compie e completa la Rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna. L’economia cristiana dunque, in quanto è l’Alle-anza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun’altra Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr. 1Tm 6,14; Tt 2,13).

Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla… – CCC 549: Liberando alcuni uomini dai mali terreni della fame, dell’ingiustizia, della malattia e della morte, Gesù ha posto dei segni messianici; egli non è venuto tuttavia per eliminare tutti i mali di quaggiù, ma per liberare gli uomini dalla più grave delle schiavitù: quella del peccato, che li ostacola nella loro vocazione di figli di Dio e causa tutti i loro asservimenti umani.

… la manna nel deserto prefigurava l’Eucaristia… – CCC 1093-1094: Nell’Econo-mia sacramentale lo Spirito Santo dà compimento alle figure dell’Antica Alleanza. Poiché la Chiesa di Cristo era “mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’Antica Alleanza”, la Liturgia della Chiesa conserva come parte integrante e insostituibile, facendoli propri, alcuni elementi del culto dell’Antica Alleanza: – in modo particolare la lettura dell’Antico Testamento; – la preghiera dei Salmi; – e, soprattutto, il memoriale degli eventi salvifici e delle realtà prefigurative che hanno trovato il loro compimento nel Mistero di Cristo (la Promessa e l’Alleanza, l’Esodo e la Pasqua, il Regno ed il Tempio, l’Esilio ed il Ritorno). Proprio su questa armonia dei due Testamenti si articola la catechesi pasquale del Signore e in seguito quella degli Apostoli e dei Padri della Chiesa. Tale catechesi svela ciò che rimaneva nascosto sotto la lettera dell’An-tico Testamento: il Mistero di Cristo. Essa è chiamata “tipologica” in quanto rivela la novità di Cristo a partire dalle “figure” (tipi) che lo annunziavano nei fatti, nelle parole e nei simboli della prima Alleanza. Attraverso questa rilettura nello Spirito di Verità a partire da Cristo, le figure vengono svelate. Così, il diluvio e l’arca di Noè prefiguravano la salvezza per mezzo del Battesimo, come pure la Nube e la traversata del Mar Rosso; l’acqua dalla roccia era figura dei doni spirituali di Cristo; la manna nel deserto prefigurava l’Eucaristia, “il vero Pane dal cielo”.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano… – CCC 2837: L’Eucaristia è il nostro pane quotidiano… La virtù propria di questo nutrimento è quella di produrre l’unità, affinché, resi Corpo di Cristo, divenuti sue membra, siamo ciò che riceviamo… ma anche le letture che ascoltate ogni giorno in chiesa sono pane quotidiano, e l’ascoltare e recitare inni è pane quotidiano. Questi sono i sostegni necessari al nostro pellegrinaggio terreno. Il Padre del cielo ci esorta a chiedere come bambini del cielo il Pane del cielo. Cristo “egli stesso è il pane che, seminato nella Vergine, lievitato nella carne, impastato nella Passione, cotto nel forno del sepolcro, conservato nella chiesa, portato sugli altari, somministra ogni giorno ai fedeli un alimento celeste”.

La Chiesa si nutre del pane della vita – Dei Verbum 21: La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli.

   Preghiera dei Fedeli       (proposta)

Gesù ha moltiplicato il cibo per compassione verso le persone che lo seguivano e che erano affamate. Preghiamo il Padre perché la nostra vita sia coerente con ciò che Gesù ci ha insegnato a vivere.

Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

– Per la Chiesa e i suoi testimoni: sappiano denunciare l’ingiustizia di un sistema economico che rende i ricchi sempre più ricchi e porta all’indigenza coloro che non hanno risorse, preghiamo. Rit.

– Per quanti hanno l’incarico di governare: si distinguano per il disinteresse e per la dedizione al loro compito di servizio alla società civile, proponendosi anche come esempio di vita, preghiamo. Rit.

– Per i popoli tormentati dalla guerra e dalla fame: gli organismi internazionali e la sensibilità dell’opinione pubblica impediscano il proliferare della violenza e delle ingiustizie, preghiamo. Rit.

– Per gli insegnanti e per gli educatori: perché i giovani crescano nell’apprez-zare il valore della solidarietà e sappiano farsi capaci di gesti solidali verso i più poveri, preghiamo. Rit.

– Per la nostra comunità, perché la condivisione dello stesso pane e la celebrazione dell’Eucaristia unisca tutti noi, nella condivisione dei nostri doni e carismi, preghiamo. Rit.

Celebrante: Signore, aiutaci a continuare con la nostra vita cristiana il miracolo che tu hai operato in favore di tutti gli uomini, affamati della tua Parola. Tu sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli.

Preghiera sulle offerte

Accetta, Signore, queste offerte che la tua generosità ha messo nelle nostre mani, perché il tuo Spirito, operante nei santi misteri, santifichi la nostra vita presente e ci guidi alla felicità senza fine. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio delle Domeniche del Tempo Ordinario IX       (proposta)

La missione dello Spirito nella Chiesa.

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza,

rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo,

Dio onnipotente ed eterno.

In ogni tempo tu doni energie nuove alla tua Chiesa e lungo il suo cammino

mirabilmente la guidi e la proteggi.

Con la potenza del tuo Santo Spirito le assicuri il tuo sostegno,

ed essa, nel suo amore fiducioso, non si stanca mai d’invocarti nella prova,

e nella gioia sempre ti rende grazie per Cristo nostro Signore.

Per mezzo di lui cieli e terra inneggiano al tuo amore;

e noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo senza fine la tua gloria: Santo…

Antifona alla comunione

Anima mia, benedici il Signore: non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)

Oppure: 

Beati i misericordiosi: essi troveranno misericordia. Beati i puri di cuore: essi vedranno Dio. (Mt 5,7-8)

Oppure: 

Gesù spezzò i cinque pani e li distribuì a tutti finché ne vollero. (cfr. Mc 6,41)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia di partecipare al mistero eucaristico, memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio, fa’ che questo dono del suo ineffabile amore giovi sempre per la nostra salvezza. Per Cristo nostro Signore.

Un po’ di pane per camminare

«Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Prima ancora di addentrarci nei significati liturgici e sacramentali di questo segno grandioso narratoci dall’evangelista Giovanni, possiamo oggi soffermarci su un tema molto presente nella Scrittura: la sollecitudine di Dio, la sua attenzione per tutte le creature in generale e per noi uomini in particolare, la sua amorosa Provvidenza, il suo sguardo capace di cogliere i bisogni più intimi, anche i più quotidiani, dei suoi amati figli. Il brano oggi proclamato sottolinea questo sguardo di Gesù: «Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui». Tutto inizia da questi occhi alzàti, occhi capaci di incontrare le esigenze dell’uomo, occhi alzàti capaci di raggiungere l’uomo nelle sue difficoltà. Ci piace pensare che Gesù abbia imparato ad alzare gli occhi dall’esempio di sua Madre; ci piace pensare a questo sguardo alzato come una caratteristica propria di Maria. Conosciamo bene questi occhi alzàti, i Vangeli ci presentano questo sguardo di Maria: occhi capaci di fissare il volto dell’Angelo e di intrattenersi in ossequioso colloquio, ma occhi pronti a vedere i bisogni dell’anziana parente; occhi che incrociano gli sguardi stupiti di Giuseppe, dei pastori, dei Magi, gli sguardi gioiosi di Simeone e Anna. Sono quegli occhi alzàti, sempre pronti ad incontrare l’Alto e a coglierne le sue richieste più profonde; sono quegli occhi, sempre pronti ad incontrare l’altro e a prevenirne i bisogni più immediati. Gesù avrà contemplato tante volte la bellezza di questo sguardo materno, avrà imparato da lei l’attenzione mossa dalla carità verso il prossimo. Occhi discreti e vigili. Come a Cana, quando, alzàti gli occhi, Maria si avvide della mancanza del vino, prima degli altri, prevenendone il disagio, supplendo con la carità, muovendo il Cuore stesso di Dio, stabilendo che era giunta l’Ora dell’opera divina a favore di noi suoi figli. Soffermiamoci oggi a contemplare gli sguardi di Gesù e di Maria, lasciamoci incontrare nella preghiera, dagli occhi di Maria, permettiamo a Cristo di guardarci nella sua presenza Eucaristica: donaci occhi, Signore, per vedere le necessità dei fratelli; donaci un cuore capace di sentirne i bisogni; la volontà di agire presto!

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