gugno, meditazioni

12 Giugno 2018

12 Giugno 2018 – Martedì, X del Tempo Ordinario – (1Re 17,7-16; Sal 4; Mt 5,13-16) – I Lettura: “Zarepta era una città di Sidone, vale a dire, un territorio da tutti riconosciuto come appartenente a Baal e non a YHWH. Tuttavia, il potere del Dio di Israele causa la siccità perfino lì e protegge coloro che YHWH favorisce con un cibo miracoloso simile alla manna (cfr. «pasta all’olio», Nm 11,8)” (Nuovo grande commentario Biblico). Salmo: “Prima della venuta del Figlio di Dio, tutto si può scusare; ma ora che la Verità è presente, voi inseguite ancora la vanità?” (Agostino). Vangelo: Gesù ritorna in Galilea dopo essere stato per quaranta giorni nel deserto. Incomincia a predicare il Regno di Dio e a compiere miracoli di guarigione e liberazione. In questo quinto capitolo leggiamo la narrazione della chiamata dei primi quattro discepoli, e sono loro gli interlocutori ai quali Gesù, sul monte dopo l’insegnamento delle Beatitudini, si rivolge definendoli sale della terra e luce del mondo.

Voi siete la luce del mondo – Dal Vangelo secondo Matteo: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Riflessione: II sale – Ralph Gower (Usi e costumi dei tempi della Bibbia): Il condimento si limitava al sale, ricavato dall’inesauribile fonte delle colline di sale nelle vicinanze del Mar Morto. Era usato per insaporire e per conservare il cibo (Gb 6,6). Ai tempi del Nuovo Testamento quella del sale era una fiorente industria con la sua principale base a Magdala, dove il pesce veniva salato ed esportato. Fu solo in tempi greco-romani che furono disponibili altri tipi di condimenti (spezie), il cui consumo aumentò con lo sviluppo del commercio. Si riteneva che il sale avesse proprietà medicinali (2Re 2,19-22) ed era anche usato nelle offerte sacrificali (Lv 2,13). Ciò potrebbe aver portato all’abitudine di farne uso in un pasto rituale indetto per celebrare la firma di un accordo (Nm 18,19; cfr. Bibbia TOB, I, p. 327, nota f). […] Quando il sale veniva raccolto dalla zona del Mar Morto, una parte serviva per salare e cucinare, ma una parte aveva perduto la sua salinità. Questo però, non veniva gettato via. Era raccolto nel tempio di Gerusalemme e quando le piogge invernali rendevano scivolosi i cortili di marmo, veniva sparso sulla loro superficie per ridurne la scivolosità. Per questo il sale che perduto il suo sapore è gettato sotto i piedi degli uomini. […] I pasti erano un importante aspetto dell’amicizia. Fare un pasto con qualcuno significava essere in pace con lui (Gen 26,28-30). Una funzione importante nel pasto la compiva il sale. «Mangiare il sale» significava essere in pace, forse perché curava le ferite (Mc 9,50; per cui quando Gesù dice di essere «salati» intende dirci di essere in pace gli uni con gli altri).

La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo – Papa Francesco (Angelus, 9 Febbraio 2014): Fratelli e sorelle, buongiorno! Nel Vangelo di questa domenica, che viene subito dopo le Beatitudini, Gesù dice ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,13.14). Questo ci stupisce un po’, se pensiamo a chi aveva davanti Gesù quando diceva queste parole. Chi erano quei discepoli? Erano pescatori, gente semplice… Ma Gesù li guarda con gli occhi di Dio, e la sua affermazione si capisce proprio come conseguenza delle Beatitudini. Egli vuole dire: se sarete poveri in spirito, se sarete miti, se sarete puri di cuore, se sarete misericordiosi… voi sarete il sale della terra e la luce del mondo! Per comprendere meglio queste immagini, teniamo presente che la Legge ebraica prescriveva di mettere un po’ di sale sopra ogni offerta presentata a Dio, come segno di alleanza. La luce, poi, per Israele era il simbolo della rivelazione messianica che trionfa sulle tenebre del paganesimo. I cristiani, nuovo Israele, ricevono dunque una missione nei confronti di tutti gli uomini: con la fede e con la carità possono orientare, consacrare, rendere feconda l’umanità. Tutti noi battezzati siamo discepoli missionari e siamo chiamati a diventare nel mondo un vangelo vivente: con una vita santa daremo “sapore” ai diversi ambienti e li difenderemo dalla corruzione, come fa il sale; e porteremo la luce di Cristo con la testimonianza di una carità genuina. Ma se noi cristiani perdiamo sapore e spegniamo la nostra presenza di sale e di luce, perdiamo l’efficacia. Ma che bella è questa missione di dare luce al mondo! È una missione che noi abbiamo. È bella! È anche molto bello conservare la luce che abbiamo ricevuto da Gesù, custodirla, conservarla. Il cristiano dovrebbe essere una persona luminosa, che porta luce, che sempre dà luce! Una luce che non è sua, ma è il regalo di Dio, è il regalo di Gesù. E noi portiamo questa luce. Se il cristiano spegne questa luce, la sua vita non ha senso: è un cristiano di nome soltanto, che non porta la luce, una vita senza senso. Ma io vorrei domandarvi adesso, come volete vivere voi? Come una lampada accesa o come una lampada spenta? Accesa o spenta? Come volete vivere? [la gente risponde: Accesa!] Lampada accesa! È proprio Dio che ci dà questa luce e noi la diamo agli altri. Lampada accesa! Questa è la vocazione cristiana.

L’universale missione di essere «sale della terra» e «luce del mondo» – PaoloVI (Udienza Generale, 22 Maggio 1968): Forse non tutti hanno avvertito l’aspetto paradossale e drammatico della posizione assunta dalla Chiesa cattolica a riguardo del mondo, proprio nell’ora in cui il mondo, nelle parole o nei fatti, dichiara di non aver bisogno di lei, anzi di considerarla istituzione storicamente e culturalmente sorpassata, per di più ingombrante e nociva. Il laicismo, cioè il proposito di fare a meno di Dio, è la formula oggi di moda. La sufficienza del mondo a risolvere da sé i suoi problemi, a generare un umanesimo proprio, a darsi il proprio equilibrio, la propria morale, la propria interpretazione dei destini dell’uomo, della sua storia e della sua civiltà, si afferma oggi con caratteri così sicuri e perentori da rendere paradossale, per non dire vano e anacronistico l’inserimento della Chiesa nel processo della vita moderna. Donde forme di radicale opposizione alla Chiesa, diffuse in varie Nazioni, e soprattutto in vari settori del pensiero e della politica: la Chiesa, si dice, non c’entra. L’ateismo poi si afferma come la forma religiosa, cioè assoluta, se così si può dire, del laicismo. E proprio di fronte a questo stato di cose, la Chiesa, con l’audacia, che si potrebbe dire ingenua, se non fosse ispirata, si presenta al mondo, badate bene, come apostolica, cioè intenzionalmente determinata a esercitare la sua missione di «sale della terra», di «luce del mondo» (Mt 5,14-15).

La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Il sale della terra – «“Voi siete il sale della terra” dice il Salvatore; mostra loro così quanto siano necessari tutti i precetti che ha appena enunciato: “La mia parola, dice loro, non sarà solo per la vostra vita; vi è affidata proprio per il mondo intero. Non vi mando a due città, in dieci o in venti, né a un solo popolo, come un tempo ho mandato i profeti. Vi mando alla terra intera, al mare, a tutta la creazione [Mc 16,15], dovunque abbonda il male”. Infatti, dicendo “siete il sale della terra”, indica loro che tutta la natura umana corrotta dal peccato è diventata insipida; per mezzo del loro ministero, la grazia dello Spirito Santo rigenererà e conserverà il mondo. Per questo insegna loro le virtù delle Beatitudini, quelle che sono le più necessarie, le più efficaci per coloro che hanno la responsabilità della moltitudine. Chi è mite, umile, misericordioso, giusto, non rinchiude in se stesso le buone opere che ha compiute. Ha cura invece che queste belle sorgenti zampillino anche per il bene degli altri. Chi ha il cuore puro, chi è operatore di pace, chi soffre la persecuzione per la verità, ecco la persona che consacra la vita al bene di tutti» (Giovanni Crisostomo).

Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Il profeta Elia, il cui nome significa «Il mio Dio è Jahvè», originario di Tishbe, nel Galaad transgiordanico, nacque verso la fine del X secolo. Visse sotto il re Acab e la regina Iezabel nel regno settentrionale d’Israele. I racconti che lo riguardano (1Re 17 – 2Re 2) intendono mostrare la sua grandezza narrando numerosi miracoli. Il ministero profetico di Elia consiste nell’iniziativa politica da lui intrapresa a vantaggio della fede di Jahvé e contro il culto di BaalMelkart (Baal) imposto dal re Acaba per compiacere la regina Iezabel seguace del dio Baal. Per sradicare il culto di Baal, Elia propone al popolo di fare la scelta e sfida i sacerdoti di Baal al giudizio di Dio sul monte Carmelo (1Re 18). Elia riporta piena vittoria e uccide tutti i profeti di Baal, ma deve fuggire per non incorrere nell’ira della regina Iezabel che aveva giurato di ucciderlo. Il profeta dopo una marcia di quaranta giorni e quaranta notti si rifugia sul monte Horeb. Nel suo rifugio, Elia ha un momento di stanchezza, vuole morire, crede di avere sbagliato tutto, di avere fallito, ma sul monte “Dio stesso gli apparve, restituendogli l’indomito coraggio di un tempo. Elia comprese che Dio non propizia il trionfo del bene con gesti spettacolari, ma agisce con longanime pazienza, poiché egli è l’Eterno e domina il tempo” (Piero Bargellini). Il suo viaggio all’Horeb significa questo: la storia del popolo si deve ricollegare con gli inizi, cioè con la rivelazione di Dio al Sinai (1Re 19). Nel 850 portato in cielo su un carro di fuoco (cfr. 2Re 2,11), egli deve ritornare prima del «giorno del Signore» (Mi 3,1.23-24). Questa speranza era viva nel tardo giudaismo (cfr. Sir 48,10-12) e nel tempo del Nuovo Testamento. Essa viene applicata in Mc 9,13 e a Giovanni Battista (cfr. anche Gv 1,21). Elia appare nella trasfigurazione di Gesù; viene invocato nel bisogno (cfr. Mc 1S,3ss; Mt 27,47.49) e viene presentato come modello per la perseveranza nella preghiera (Gc 5,17s). La sua storia ci suggerisce la fedeltà a Dio, spinta, se è necessario, anche al dono della propria vita.

Santo del giorno: 12 Giugno – San Gaspare Luigi Bertoni: “Nato a Verona il 9 ottobre 1777, a 18 anni risponde alla chiamata al sacerdozio, ma proprio mentre inizia il corso di teologia la sua città subisce l’invasione straniera. Il giovane chierico si distingue per l’assistenza ai malati e ai feriti, entrando a far parte dell’«Evangelica Fratellanza degli Spedalieri». Ordinato sacerdote il 20 settembre 1800, gli viene affidata la cura spirituale della gioventù. Nel maggio 1808 viene chiamato a dirigere spiritualmente la nascente Congregazione delle Figlie della Carità, fondate da santa Maddalena di Canossa; guida anche la serva di Dio Leopoldina Naudet, fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia. Con alcuni compagni formati nei suoi Oratori, nel 1816 dà inizio “presso la Chiesa delle Stimmate di San Francesco” all’istituto religioso dei «Missionari apostolici in aiuto dei vescovi», detto poi delle «Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo». Provato da continue malattie, muore a Verona il 12 giugno 1853. Giovanni Paolo II lo proclama santo il 1° ottobre 1989” (Avvenire).

Preghiamo: O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

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