9 Giugno 2018 – Sabato – Cuore Immacolato di Maria (Memoria) – (I Lettura: Is 61,9-11; Salmo Responsoriale: 1Sam 2,1.4-8; Vangelo: Lc 2,41-51) – I Lettura: Il poema inizia con le parole di un profeta che racconta la sua vocazione, confermata mediante la venuta dello Spirito attraverso l’«unzione». Di conseguenza egli si presenta come un autorevole capo religioso, figura del futuro Messia di Israele. Salmo: “Questo cantico è stato chiamato il prototipo del Magnificat, ma l’accento del Magnificat è molto più personale. Si tratta di un salmo di epoca monarchica che esprime la speranza dei «poveri» (cfr. Sof 2,3+) e termina con l’evocazione del re-messia. È stato messo sulla bocca di Anna per l’allusione della «donna sterile» (v. 5b)” (Bibbia di Gerusalemme). Vangelo: All’inizio del brano il richiamo alla «legge del Signore», mostra la sacra famiglia dedita alla pietà giudaica e all’adempimento della Legge. Ma la perdita di Gesù dodicenne e la sua disarmante risposta alla preoccupazione dei genitori apre uno spiraglio sulla grandezza e sapienza della sua persona.
Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo – Dal Vangelo secondo Luca: I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Riflessione: «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore». La memoria del Cuore Immacolato di Maria ci porta a fare un viaggio tra il Portogallo e il Vaticano. La memoria liturgica del Cuore Immacolato di Maria (obbligatoria dal 2000), seppur presente da secoli nella fede del popolo di Dio, fu proclamata da Papa Pio XII nel 1944, in ricordo della consacrazione del mondo intero al Cuore Immacolato di Maria, fatta dallo stesso pontefice il 31 ottobre 1942. Ma, come detto, dobbiamo anzitutto andare in Portogallo. Siamo nei primi anni del 1900, due piccoli villaggi sconosciuti al mondo, nei remoti confini atlantici dell’Europa, saranno i protagonisti di vicende che coinvolgeranno e sconvolgeranno l’intero ventesimo secolo. Due villaggi distanti poco più di duecento chilometri: Balazar e Fatima. Protagonisti, come spesso accade, sono dei bambini. A Balazar vive Alexandrina da Costa, nata la Settimana Santa del 1904, morta il 13 ottobre del 1955 e beatificata il 25 aprile 2004. Il 13 ottobre, ma del 1917, avviene l’ultima apparizione della Madonna ai tre pastorelli di Fatima: Francesco e Giacinta Marto e la cugina Lucia dos Santos. A questi ultimi, anch’essi nati i primi anni del 1900, la Madonna apparendo il 13 giugno del 1917 disse tra le altre cose, rivolgendosi a Lucia: «Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato». Tale richiesta, unita a tante promesse sarà ripetuta a Lucia chiedendo anche la Consacrazione del mondo e della Russia al suo Cuore Immacolato. Stessa richiesta che Gesù chiederà ad Alexandrina il primo agosto del 1935. Il primo frutto di tal affidamento fu la pace che il Portogallo visse durante la terribile seconda guerra mondiale. Il frutto della consacrazione del mondo e della Russia, come più volte dirà lo sesso san Giovanni Paolo II, ha portato alla caduta del “muro di Berlino”, al dissolvimento dell’Unione Sovietica e alla fine della “guerra fredda”. Oggi come ieri, in ogni casa e nel mondo intero, Maria ripropone la devozione al suo Cuore Immacolato come rimedio a tanti mali, per la conversione dei peccatori, per la pace nelle famiglie, per la santificazione di tutti: che il suo Cuore materno regni in ciascuno di noi.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Cuore aperto – Papa Francesco (Omelia, 8 Giugno 2013): Custodire la Parola di Dio: cosa vuol dire questo? Io ricevo la Parola e poi prendo una bottiglia, metto la Parola nella bottiglia e la custodisco? No. Custodire la Parola di Dio vuol dire che il nostro cuore si apre, si è aperto a quella Parola come la Terra si apre per ricevere i semi. La Parola di Dio è un seme e viene seminata. (…) Custodire la Parola di Dio significa sempre meditare cosa dica a noi questa Parola con quello che succede nella vita.
Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore – Giovanni Paolo II (Omelia, 1 Gennaio 1994): “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Erano cose della massima importanza: per lei come pure per noi! Per tutta la vita Maria avrebbe continuato a ricordare gli eventi attraverso i quali Iddio la conduceva. Ricordava la notte di Natale, la grande premura di Giuseppe, avvertito da Dio del pericolo incombente sul Bambino, la fuga in Egitto. Ricordava anche quanto aveva udito dalla bocca di Simeone, al momento della presentazione del Bambino al Tempio; e le parole di Gesù, appena dodicenne, in occasione della prima visita al Tempio: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2,49). Tutto questo ricordava, meditandolo nel suo cuore.
Si può supporre che in seguito ne abbia parlato agli Apostoli ed ai discepoli, a san Luca e a san Giovanni. In questo modo la verità sulla divina maternità trovò il suo posto nei Vangeli.
La meditazione – Benedetto XVI (Udienza Generale, 17 Agosto 2011): E che cosa è meditazione? Vuol dire “fare memoria” di quanto Dio ha fatto e non dimenticare i tanti suoi benefici (cfr. Sal 103,2b). Spesso vediamo solo le cose negative; dobbiamo tenere nella nostra memoria anche le cose positive, i doni che Dio ci ha fatto, essere attenti ai segni positivi che vengono da Dio e fare memoria di questi. Quindi, parliamo di un tipo di preghiera che nella tradizione cristiana è chiamata “orazione mentale”. Noi conosciamo solitamente l’orazione con parole, naturalmente anche mente e cuore devono essere presenti in questa orazione, ma parliamo oggi su una meditazione che non è di parole, ma è un prendere contatto della nostra mente con il cuore di Dio. E Maria qui è un modello molto reale. L’evange-lista Luca ripete, diverse volte, che Maria “da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (2,19; cfr. 2,51b). Custode non dimentica, Ella è attenta a tutto quanto il Signore Le ha detto e fatto, e medita, cioè prende contatto con diverse cose, approfondisce nel suo cuore.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Motivo della beatitudine di Maria – “Quella volta che fu annunciato a Gesù, il quale stava parlando con i suoi discepoli, che c’erano fuori la madre e i fratelli suoi, egli disse: Chi è la madre mia, e chi sono i miei fratelli? E, protesa la mano verso i suoi discepoli, disse: Ecco qua i fratelli miei; poiché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, quegli mi è fratello, sorella e madre. Anche Maria, dunque, perché fece la volontà del Padre. Questo, Dio lodò in lei, non cioè il fatto di aver generato dalla sua carne la carne del Figlio, quanto l’aver fatto la volontà del Padre. Fate attenzione. Mentre la folla era piena di ammirazione per il Signore, alla vista dei miracoli e dei prodigi che manifestavano che cosa si nascondeva nella sua carne, qualcuno gridò, in preda all’entusiasmo: Beato il ventre che ti ha portato. E Gesù: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio, e l’osservano [Lc 11,27-28]. Come dire: anche mia madre, che voi avete chiamato beata, è beata perché osserva la parola di Dio, non perché in lei il Verbo si fece carne e abitò fra noi; perché ha custodito il Verbo di Dio per mezzo del quale è stata creata e che in lei si è fatto carne. Non godano, gli uomini, dei figli secondo la carne; esultino piuttosto se nello spirito sono uniti a Dio” (Agostino).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: Se vogliamo bene intendere la memoria del Cuore Immacolato di Maria, ma anche la solennità del Cuore di Gesù, dobbiamo ricordare che nella Sacra Scrittura il cuore (leb, lebab, cardia) non è né un semplice organo biologico, né la sede di un superficiale sentimentalismo, ma l’«io» nascosto, la persona (1Pt 3,4), l’intimo dell’uomo (1Sam 16,7) con i vari sentimenti come: il coraggio (2Cro 17,6), la gioia (Dt 28,47; Gb 29,13), l’affet-to (2Sam 15,13; Esd 6,22), la preoccupazione (1Sam 9,20), il dolore (Is 65,14; Ger 4,19). Dal cuore proviene l’impulso per operare (Es 36,2), per programmare e per volere (1Cro 22,19; Is 10,7; Ger 23,20). Il Patto di Alleanza con Dio è riposto nel cuore (Ger 31,33); nel cuore si avverte la nostalgia per la casa di Dio (Sal 42,5); nel cuore l’uomo percepisce la sua innocenza (Sal 24,4). Il cuore è il «posto» dove risiedono i segreti personali (Gdc 16,15.17s; 1Sam 9,19). L’allonta-namento da Dio e l’indurimento (Es 4,21; 9,7; Is 29,13; Ez 6,9) saranno superati per mezzo della conversione e del rinnovamento operato dallo spirito di Dio (Ez 11,19; 18,31; 36,26s); l’uomo è giudicato e provato da Dio nel cuore (1Cro 29,17; Ger 11,20); perciò l’appello ad una vera, non esteriore, conversione è rivolto al cuore dell’uomo (Gl 2,12s). Nel Nuovo Testamento si parla del cuore in connessione con la gioia (Gv 16,22; At 2,26), con l’amore (Fil 1,7), con il desiderio (Lc 24,32; Rm 10,1), ma anche con il turbamento (Gv 14,1), la tristezza (Gv 16,16; Rm 9,2; 2Cor 2,4), i cattivi desideri (Mt 5,28; Rm 1,24; Gc 3,14). Il comportamento dell’uomo è già buono o cattivo in base al suo cuore, prima ancora che egli agisca (Mt 15,18ss). Dio scruta il cuore (Lc 16,15; Rm 8,27; 1Ts 2,4), in esso pone la sua legge (Rm 2,15; 2Cor 3,2) che può essere accolta nella fede (Mc 1,23; 8,37) o può essere respinta col dubbio o con l’indurimento (Mt 13,15; Rm 1,21). Dio può aprire il cuore per accogliere il suo messaggio (Lc 24,45; At 16,14) e può condurlo al riconoscimento della sua gloria (2Cor 4,6). Lo Spirito di Dio riempie il cuore (Rm 5,5; 2Cor 1,2) e gli comunica la pace (Fil 4,7). L’amore proviene da un cuore purificato (At 15,9) e fortificato da Dio (1Ts 3,13). In questa cornice, applicato a Maria Santissima il termine “cuore” trova la sua piena realizzazione in tutta l’ampiezza del suo significato.
Santo del giorno: 9 Giugno – Sant’Efrem, Diacono e dottore della Chiesa: Efrem nacque nel 306 a Nisibi, città della Mesopotamia governata con la forza della armi da Roma. Dei primi anni della sua vita si conoscono racconti molto diversi tra loro: certo, invece, il sacramento del battesimo ricevuto verso i 18 anni. Strinse una profonda e spirituale amicizia con il vescovo della città, Giacomo (santo, 15 luglio), con il quale contribuì a costruire e a guidare una scuola di teologia. Ordinato diacono prima del 338 dal vescovo Giacomo (303-338), visse e operò a Nisibi fino alla conquista persiana: Efrem, alternando la vita ascetica all’insegnamento, si ritirò gli ultimi anni presso Edessa dove morì il 9 giugno dell’anno 373.
Preghiamo: O Dio, che hai preparato una degna dimora dello Spirito Santo nel cuore della beata Vergine Maria, per sua intercessione concedi anche a noi, tuoi fedeli, di essere tempio vivo della tua gloria. Per il nostro Signore…