Antifona d’ingresso
Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono. (Sal 27,1-2)
Colletta
O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per il nostro Signore Gesù…
Oppure:
O Padre, che hai mandato il tuo Figlio a liberarci dalla schiavitù di satana, sostienici con le armi della fede, perché nel combattimento quotidiano contro il maligno partecipiamo alla vittoria pasquale del Cristo. Egli è Dio, e vive e…
Prima Lettura Gen 3,9-15
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
La situazione idilliaca delle origini non ha lunga durata. Improvvisamente subentra un elemento perturbatore che sconvolge l’ordine meraviglioso voluto da Dio: l’uomo e la donna si ribellano al suo ordine e di conseguenza sono cacciati dall’E-den.
Dal libro della Gènesi
Dopo che l’uomo ebbe mangiato dell’albero, il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 129 (130)
“Giona gridò dalle profondità, dal ventre del pesce. Era non solo sotto i flutti, ma nel ventre del pesce: ma né questo grande corpo né i flutti poterono arrestare la sua preghiera. Essa attraversò tutto, lacerò tutto e giunse alle orecchie di Dio. È un peccatore colui che grida. Con quale speranza? Spera in qualcuno che è venuto a riscattarci dai peccati e ci ha donato la speranza, anche quando siamo nell’abis-so” (Agostino).
Rit. Il Signore è bontà e misericordia.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica. Rit.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma presso di te è il perdono:
così avremo il tuo timore. Rit.
Io spero Signore,
spera l’anima mia, attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle l’aurora. Rit.
Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe. Rit.
Seconda Lettura 2Cor 4,13-5,1
Crediamo, perciò parliamo.
Ogni parola in Paolo è dettata dalla sua fede nel Cristo risorto. Per questo il suo pensiero è sempre fisso in cielo. Con la resurrezione di Cristo egli crede che la vita immortale ci permetterà di godere dei beni invisibili ed eterni.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne. Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Parola di Dio.
Canto al Vangelo Gv 12,31b.32
Alleluia, alleluia.
Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.
Alleluia.
Vangelo Mc 3,20-35
Satana è finito.
Sono vari i temi che Marco concentra nel brano. Innanzitutto Gesù, pastore misericordioso e giusto che, da una parte sente compassione del suo popolo, ma dal-l’altra non perde occasione per ammaestrare e ammonire coloro che lo credevano posseduto. Ricorda l’impossibilità del perdono per la bestemmia allo Spirito Santo e che la sua vera famiglia sono tutti coloro che obbediscono alla sua Parola.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Parola del Signore.
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa
Rifiuto della misericordia – CCC 1864: “Qualunque peccato o bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata” (Mt 12,31). La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo [cfr. Giovanni Paolo II, Dominum et Vivificantem, 46]. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna.
Il peccato contro lo Spirito Santo – Giovanni Paolo II (Dominum et Vivificatem, 46): Perché la bestemmia contro lo Spirito Santo è imperdonabile? Come intendere questa bestemmia? Risponde san Tommaso d’Aquino che si tratta di un peccato: «irremissibile secondo la sua natura, in quanto esclude quegli elementi, grazie ai quali avviene la remissione dei peccati». Secondo una tale esegesi la «bestemmia» non consiste propriamente nell’offendere con le parole lo Spirito Santo; consiste, invece, nel rifiuto di accettare la salvezza che Dio offre all’uomo mediante lo Spirito Santo, operante in virtù del sacrificio della Croce. Se l’uomo rifiuta quel «convincere quanto al peccato», che proviene dallo Spirito Santo (Gv 16,8) ed ha carattere salvifico, egli insieme rifiuta la «venuta» del consolatore (Gv 16,7) – quella «venuta» che si è attuata nel mistero pasquale, in unità con la potenza redentrice del sangue di Cristo: il sangue che «purifi-ca la coscienza dalle opere morte» (Eb 9,14). Sappiamo che frutto di una tale purificazione è la remissione dei peccati. Pertanto, chi rifiuta lo Spirito e il Sangue (cfr. 1Gv 5,8) rimane nelle «opere morte», nel peccato. E la bestemmia contro lo Spirito Santo consiste proprio nel rifiuto radicale di accettare questa remissione, di cui egli è l’intimo dispensatore e che presuppone la reale conversione, da lui operata nella coscienza. Se Gesù dice che la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere rimessa né in questa vita né in quella futura, è perché questa «non-remissione» è legata, come a sua causa, alla «non penitenza», cioè al radicale rifiuto di convertirsi. […] Ora la bestemmia contro lo Spirito Santo è il peccato commesso dall’uomo, che rivendica un suo presunto «diritto» di perseverare nel male – in qualsiasi peccato – e rifiuta così la redenzione. L’uomo resta chiuso nel peccato, rendendo da parte sua impossibile la sua conversione e, dunque, anche la remissione dei peccati, che ritiene non essenziale o non importante per la sua vita. È, questa, una condizione di rovina spirituale, perché la bestemmia contro lo Spirito Santo non permette all’uomo di uscire dalla sua autoprigionia.
Parenti di Gesù – CCC 496.500: Fin dalle prime formulazioni della fede la Chiesa ha confessato che Gesù è stato concepito nel seno della Vergine Maria per la sola potenza dello Spirito Santo, ed ha affermato anche l’aspetto corporeo di tale avvenimento: Gesù è stato concepito “senza seme, per opera dello Spirito Santo” [Concilio Lateranense (649)]. Nel concepimento verginale i Padri ravvisano il segno che si tratta veramente del Figlio di Dio, il quale è venuto in una umanità come la nostra. A ciò si obietta talvolta che la Scrittura parla di fratelli e di sorelle di Gesù [Mc 3,31-35; Mc 6,3; 1Cor 9,5; Gal 1,19]. La Chiesa ha sempre ritenuto che tali passi non indichino altri figli della Vergine Maria: infatti Giacomo e Giuseppe, “fratelli di Gesù” (Mt 13,55) sono i figli di una Maria discepola di Cristo, [Mt 27,56] la quale è designata in modo significativo come “l’altra Maria” (Mt 28,1). Si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo un’espressione non inusitata nell’Antico Testamento [Gen 13,8; 14,16; 29,15; ecc.].
Preghiera dei Fedeli (proposta)
Dio Padre vuole la salvezza di ogni uomo e nessuno è estraneo alla sua provvidenza. Preghiamo insieme e diciamo:
Sostieni e guida, o Padre, il nostro cammino.
– Per la santa Chiesa, perché, guidata dallo Spirito del Signore, sappia riconoscere nella vita di tutti i giorni i segni della presenza di Dio, preghiamo. Rit.
– Per i nostri pastori, perché mediante il ministero e la santità personale siano educatori e padri nella fede, preghiamo. Rit.
– Per tutti noi rinati nel Battesimo, perché il Signore ci preservi dal peccato e ci faccia crescere nell’esperienza viva del suo Spirito, preghiamo. Rit.
– Per l’uomo che lavora, perché l’impegno quotidiano necessario al sostentamento della famiglie giovi anche a rendere più giusti e cordiali i rapporti tra tutti i membri della società, preghiamo. Rit.
– Per i bimbi che oggi nascono alla vita, perché siano accolti con amore e tutta la comunità senta che il frutto del grembo è dono di Dio, preghiamo. Rit.
Celebrante: Radunati nella tua casa, o Signore, ricordiamo e celebriamo la tua misericordia; fa’ che l’umanità intera possa riconoscere l’efficacia della tua sal-vezza nella faticosa gestazione di un mondo nuovo. Per Cristo nostro Signore.
Preghiera sulle offerte
Quest’offerta del nostro servizio sacerdotale sia bene accetta al tuo nome, Signore, e accresca il nostro amore per te. Per Cristo nostro Signore.
Prefazio delle Domeniche del Tempo Ordinario X (proposta)
Il giorno del Signore.
È veramente giusto benedirti e ringraziarti,
Padre santo, sorgente della verità e della vita,
perché in questo giorno di festa
ci hai convocato nella tua casa.
Oggi la tua famiglia, riunita nell’ascolto della parola
e nella comunione dell’unico pane spezzato,
fa memoria del Signore risorto
nell’attesa della domenica senza tramonto,
quando l’umanità intera entrerà nel tuo riposo.
Allora noi vedremo il tuo volto
e loderemo senza fine la tua misericordia.
Con questa gioiosa speranza,
uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo a una sola voce l’inno della tua gloria: Santo…
Antifona alla comunione
Il Signore è mia roccia e mia fortezza: è lui, il mio Dio, che mi libera e mi aiuta. (Sal 18,3)
Oppure:
Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio, e Dio in lui. (1Gv 4,16)
Oppure:
“Chi fa la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”, dice il Signore. (Mc 3,35)
Preghiera dopo la comunione
Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito, operante in questo sacramento, ci guarisca dal male che ci separa da te e ci guidi sulla via del bene. Per Cristo nostro Signore.
Un po’ di pane per camminare
«Dove sei?». Con la domenica odierna riprendiamo il cammino liturgico del Tempo Ordinario. Lo riprendiamo dopo diversi mesi in cui, preparandoci con il periodo quaresimale, iniziato il Mercoledì delle Ceneri, abbiamo celebrato la Settimana Santa il cui culmine è stata la Veglia Pasquale con la gioia della Risurrezione del Signore, gioia che si è protratta per una settimana lungo tutta l’Ottava di Pasqua e la cui eco si è riverberata per i cinquanta giorni che ci hanno portato alla Pentecoste, preceduta dalla solennità dell’Ascensione e seguita dalle solennità della Santissima Trinità e del Corpus Domini. Continuiamo il cammino dell’Anno Liturgico partendo dalla domanda che Dio pone all’uomo dopo il peccato: «Dove sei?». Dio cerca l’uomo, ma questi si nasconde. Dio vuole stare con l’uomo ma l’uomo preferisce nascondersi da lui. Dio ama l’uomo ma questi lo teme. Prima del peccato originale, la Scrittura ci offre l’immagine dell’uomo che passeggia con Dio nel Paradiso terrestre, ora non sono più insieme: la comunione è rotta dal peccato, frutto dell’inganno del serpente cui l’uomo ha dato credito a discapito del comando divino. È questa è la nostra situazione di peccatori: uomini amati da Dio ma lontani da lui. Perché ce ne stiamo lontani, perché non riusciamo a realizzare questa comunione che Cristo è venuto a restaurare con il suo Sacrificio? Oggi come allora il motivo rimane identico: perché non ascoltiamo la sua Parola! L’uomo ruppe la comunione con Dio quando, distogliendo la mente e il cuore dalla Parola di Dio, rivolse l’attenzione alle parole del serpente: e si ritrovò fuori dall’Eden. Così anche nel Vangelo: chi è in comunione con Cristo? Chi è dentro, in comunione con lui? Chi ascolta la sua Parola e compie la sua volontà! Gli altri rimangono ancora una volta “fuori”. E così anche oggi: anche a noi Dio rivolge la sua Parola e ci chiede dove siamo. Siamo dentro, siamo nel Giardino con lui, siamo in ascolto obbediente della sua Parola, passeggiamo con lui? Siamo nella stessa casa, ci lasciamo ammaestrare da lui? O siamo fuori? Forse desideriamo incontrarlo ma per portarlo con noi, prenderlo affinché ci segua: e rimaniamo soli e delusi. Oggi, Gesù, ci invita a rimanere con lui e in lui.
Conosciamo l’Opus Matris Verbi Dei
Capitolo 6
In continua penitenza
La via di Cristo è nella ‘strada stretta’, non quella larga.
† Giuseppe Agostino, Schegge di vita
Art. 101 – Senza penitenza non può esservi salvezza e tanto meno perfezione cristiana. La Famiglia ecclesiale «Opus Matris Verbi Dei» intende costituire un ambiente di penitenza evangelica, che si intensifichi col progredire dell’amore e dello spirito di orazione.
Art. 102 – Aspetto primario della penitenza evangelica è la continua conversione del cuore e della vita (cfr. CCC 1430), alla quale i Sodali si sentono particolarmente chiamati non solo dalla consacrazione battesimale, ma anche dalla vocazione religiosa.
“La conversione si realizza nella vita quotidiana attraverso gesti di riconciliazione, attraverso la sollecitudine per i poveri, l’esercizio e la difesa della giustizia e del diritto, attraverso la confessione delle colpe ai fratelli, la correzione fraterna, la revisione di vita, l’esame di coscienza, la direzione spirituale, l’ac-cettazione delle sofferenze, la perseveranza nella persecuzione a causa della giustizia. Prendere la propria croce, ogni giorno, e seguire Gesù è la via più sicura della penitenza” (CCC 1435).