31 Maggio 2018 – Giovedì – Visitazione della Beata Vergine Maria (Festa) – (I Lettura: Sof 3,14-17 oppure Rm 12,9-16b; Salmo Responsoriale: Is 12,2-6; Vangelo: Lc 1,39-56) – I Lettura: Sofonìa profetizzò dal 640 al 609 a.C., sotto il regno di Giosìa, in un periodo storico che vede Giuda sotto l’influenza assira già dai regni del re Manasse (687-642) e del re Amon (642-640). La vita religiosa del popolo ne soffrì molto: i culti assiri furono praticati anche a corte creando un sincretismo che accusava un vero e proprio ateismo pratico, descritto da Sofonìa (Sof 1,6), per cui ormai il popolo si era allontanato da Dio e non lo consultava. Dopo la morte di Assurbanipal, re degli Assiri, nel 621 a.C., il potere assiro subisce un declino lasciando la speranza in Giuda di una restaurazione politica e religiosa, intrapresa, infatti, da Giosìa. In questa cornice di speranza si conclude il libro del profeta Sofonìa con un invito alla gioia perché Dio “ha disperso il nemico”. Oppure (Rm 12,9-16b): L’armonia e l’unione di una comunità esige che tutti i membri si sforzino nel comune perseguimento del bene e nella carità vicendevole. In questo brano Paolo indica alcuni atteggiamenti da seguire perché la carità risulti autentica e non ipocrita: raccomanda la stima reciproca e di evitare la pigrizia perché la carità sia fervorosa e senza ritardi. Salmo: “Questo salmo, di data e origine incerte, è stato inserito” in questa sezione del libro di Isaia “per concludere il libro dell’Emmanuele. È l’inno di riconoscenza di un afflitto che Dio ha liberato. La seconda parte, dal tono più lirico, canta la gloria di Jahve” (Bibbia di Gerusalemme). Vangelo: Il Vangelo di Lc si apre con due episodi di annunciazione: a Zaccarìa cui viene annunciata la nascita di Giovanni da una donna sterile e avanti negli anni; e a Maria l’annuncio di una gravidanza verginale che darà la vita umana al Figlio di Dio. Questi episodi si collegano tra loro con la visita di Maria alla parente Elisabetta, un tripudio di gioia dei nascituri e delle madri. La fretta con la quale Maria intraprende il viaggio è segno della sua fede e della sua totale disponibilità al piano divino.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili – Dal Vangelo secondo Luca: In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Riflessione: La Vergine Maria all’arcangelo Gabriele che le annunziava che avrebbe dato alla luce il Figlio dell’Altis-simo senza conoscere uomo, per la potenza dello Spirito Santo (cfr. Lc 1,28-37), risponde con «“l’obbedienza della fede” (Rm 1,5), certa che “nulla è impossibile a Dio”: “Io sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,37-38). Così, dando il proprio assenso alla parola di Dio, “Maria è diventata Madre di Gesù e, abbracciando con tutto l’animo e senza essere ritardata da nessun peccato la volontà divina di salvezza, si è offerta totalmente alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione, sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente” [Lumen Gentium 56]» (CCC 494). Sostanzialmente Maria «si offre totalmente alla Persona e all’opera del suo Figlio Gesù, abbracciando con tutta l’anima la volontà divina di salvezza» (Compendio CCC 97) senza infingimenti o ritardi. Ma tanta esaltazione non allontana Maria dagli uomini. Infatti, pur essendo riconosciuta «sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa» il suo rapporto con gli uomini si fa singolarmente più materno: come vera Madre, nella sua feconda maternità, Ella abbraccia, per volere divino, tutta l’umanità: «Ella ha cooperato in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, con l’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo è stata per noi la Madre nell’ordine della grazia» e questa maternità di Maria «nell’economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso prestato nella fede al tempo dell’annunciazione, e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo ella non ha deposto questa missione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci i doni della salvezza eterna […]. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice» (CCC 967-969).
La Parola di Dio commentata dal Magistero della Chiesa: Benedetta tu fra le donne – Benedetto XVI (Angelus, 23 Dicembre 2012): Elisabetta, accogliendo Maria, riconosce che si sta realizzando la promessa di Dio all’umanità ed esclama: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?» (Lc 1,42-43). L’espressione «benedetta tu fra le donne» è riferita nell’Antico Testamento a Giaele (Gdc 5,24) e a Giuditta (Gdt 13,1), due donne guerriere che si adoperano per salvare Israele. Ora invece è rivolta a Maria, giovinetta pacifica che sta per generare il Salvatore del mondo. Così anche il sussulto di gioia di Giovanni (cfr. Lc 1,44) richiama la danza che il re Davide fece quando accompagnò l’ingresso dell’Arca dell’Alleanza in Gerusalemme (cfr. 1Cr 15,29). L’Arca, che conteneva le tavole della Legge, la manna e lo scettro di Aronne (cfr. Eb 9,4), era il segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Il nascituro Giovanni esulta di gioia davanti a Maria, Arca della nuova Alleanza, che porta in grembo Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo.
Ascolto – Papa Francesco (Omelia, 31 Maggio 2013): Da dove nasce il gesto di Maria di andare dalla parente Elisabetta? Da una parola dell’Angelo di Dio: «Elisabetta tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio…» (Lc 1,36). Maria sa ascoltare Dio. Attenzione: non è un semplice “udire” superficiale, ma è l’“ascolto” fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio. Non è il modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma non ascoltiamo veramente. Maria è attenta a Dio, ascolta Dio. Ma Maria ascolta anche i fatti, legge cioè gli eventi della sua vita, è attenta alla realtà concreta e non si ferma alla superficie, ma va nel profondo, per coglierne il significato. La parente Elisabetta, che è già anziana, aspetta un figlio: questo è il fatto. Ma Maria è attenta al significato, lo sa cogliere: «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). Questo vale anche nella nostra vita: ascolto di Dio che ci parla, e ascolto anche della realtà quotidiana, attenzione alle persone, ai fatti perché il Signore è alla porta della nostra vita e bussa in molti modi, pone segni nel nostro cammino; a noi la capacità di vederli. Maria è la madre dell’ascolto, ascolto attento di Dio e ascolto altrettanto attento degli avvenimenti della vita.
La Parola di Dio commentata dai Padri della Chiesa: Maria visita Elisabetta – «Dopo aver ascoltato queste cose, la Vergine si recò, alla casetta di Zaccaria, e trovata Elisabetta incinta, la salutò, e il bambino all’interno rispose. Per le orecchie della madre il saluto pervenne a quelle del feto, e poiché per i limiti di natura Giovanni non poteva usare la lingua, parlò in modo che la propria madre attraverso i suoi salti rispondesse con proprie parole alla madre del Salvatore. Infatti Elisabetta non potendo più trattenere il sussultare del figlio, ripiena di Spirito Santo, esclamò dicendo: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del ventre tuo”! [Lc 1,42]. Tu, disse, benedetta che dissolvi la maledizione. Tu benedetta, che rechi il dono della sapienza. Tu benedetta, che porti nell’utero colui che ha passeggiato nel paradiso. Tu benedetta, il cui ventre è divenuto tempio santo. “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del ventre tuo!”, dal quale sarà vinto il nemico, dal tempo in cui Adamo mangiò» (Antipatro di Bostra).
Silenzio / Preghiera / La tua traccia: “Santa Maria, serva del Signore, che ti sei consegnata anima e corpo a lui, e hai fatto l’ingresso nel suo casato come collaboratrice familiare della sua opera di salvezza, donna veramente alla pari, che la grazia ha introdotto nell’intimità trinitaria e ha reso scrigno delle confidenze divine, domestica del Regno, che hai interpretato il servizio non come riduzione di libertà, ma come appartenenza irreversibile alla stirpe di Dio, noi ti chiediamo di ammetterci alla scuola di quel diaconato permanente di cui ci sei stata impareggiabile maestra. Al contrario di te, facciamo fatica a metterci alle dipendenze di Dio, e stentiamo a capire che solo la resa incondizionata alla sua sovranità ci può fornire l’alfabeto primordiale per la lettura di ogni altro umano servizio. L’affido nelle mani del Signore ci sembra un gioco d’azzardo… Siamo gelosi della nostra autonomia. E l’affermazione solenne che servire Dio significa regnare non ci persuade più di tanto. Santa Maria, serva della Parola, serva a tal punto che, oltre ad ascoltarla e custodirla, l’hai accolta incarnata nel Cristo, aiutaci a mettere Gesù al centro della nostra vita. Fa’ che ne sperimentiamo le suggestioni segrete. Dacci una mano perché sappiamo essergli fedeli fino in fondo… Fa’ che il Vangelo diventi la norma ispiratrice di ogni nostra scelta quotidiana. Preservaci dalla tentazione di praticare sconti sulle sue esigenti richieste. Rendici capaci di obbedienze gaudiose. E metti, finalmente, le ali ai nostri piedi perché alla Parola possiamo rendere il servizio missionario dell’annuncio, fino agli estremi confini della terra. Santa Maria, serva del mondo, che, subito dopo esserti dichiarata ancella di Dio, sei corsa a farti ancella di Elisabetta, conferisci ai nostri passi la fretta premurosa con cui tu raggiungesti la città di Giuda, simbolo di quel mondo di fronte al quale la Chiesa è chiamata a cingersi il grembiule. […] Tu che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio. Amen” (don Tonino Bello).
Santo del giorno: 31 Maggio – Visitazione della Beata Vergine Maria: La festa della “Visitazione della Beata Vergine Maria” ha la sua origine nella pietà francescana. Bonifacio IX, nell’anno 1389, estese la nuova festa a tutta la Chiesa. L’attuale riforma del calendario liturgico trasferisce la festa all’ultimo giorno di maggio e in questa maniera essa viene celebrata tra l’Annunciazione e la Nascita di Giovanni il Battista, cosa che corrisponde meglio al racconto evangelico. L’incontro di Maria e di Elisabetta diviene l’incontro di Giovanni e di Gesù. Sono di fronte il tempo dell’Antica Alleanza ed il prossimo tempo della Nuova Alleanza; l’attesa sta per finire, inizia la nuova era.
Preghiamo: Dio onnipotente ed eterno, che nel tuo disegno di amore hai ispirato alla beata Vergine Maria, che portava in grembo il tuo Figlio, di visitare sant’Elisabetta, concedi a noi di essere docili all’azione del tuo Spirito, per ma